In Italia la linea tra ciò che è Bene e ciò che è Male è ormai stata rimossa quasi del tutto.
A colpi di schifezze e tristi affermazioni anche pubbliche da parte di personaggi che dovrebbero governare un Paese e non un circoletto o un bar, il popolo di quel Paese si arroga il diritto di poter agire come minchia gli pare e piace, ma solo per un interesse personale.
Sento molte volte la parola “Provocazione” in giro, soprattutto nel campo artistico e culturale.
La provocazione dovrebbe servire come arma per proporre un’alternativa ad un determinato concetto o pensiero e che questa sia valida.
Invece l’alternativa non c’è. C’è solo la distruzione, senza soluzioni positive.
Anche il cinismo diventa fine a se stesso: la distruzione senza rimedi.
Come demolire un ponte senza pensare a cosa ricostruire dopo o senza spiegare perchè le due sponde non debbano essere unite.
Si demolisce e soprattutto si pontifica.
Quando una persona qualunque provoca lo fa per abbellirsi più che per porre un intelligente quesito.
Quando una persona potente provoca lo fa perchè sa che le conseguenze non esistono e se ci saranno,verranno demolite da altre provocazioni.
La demolizione è totale, è necessario abbattere qualunque muro, anche di quelli che proteggono il rispetto e la serenità.
L’essenziale è fare KABUUM ovunque, lasciando detriti sparsi ovunque che creeranno confusione e sporcizia.
Io non apprezzo la provocazione fine a se stessa, anche se demolisce pensieri che non sopporto proprio.
Se credi che la teoria della relatività sia errata, non punti un dito contro essa senza spiegare alla comunità scientifica il perchè non concordi e senza dare un esempio pratico e riconoscibile di ciò che predici.
Questo vale anche per tutto il resto.
La diffamazione è una demolizione.
diffamazione [dif-fa-ma-zió-ne] s.f.
• Discredito gettato su qlcu. mediante discorsi o scritti calunniosi sul suo conto
calunnia [ca-lùn-nia] s.f.
• Menzogna denigratoria; falsa accusa, anche come reato perseguito dalla legge
Queste due parole spiegano in breve quanto accade qui, adesso, in questo blog, per le strade, in Parlamento.
Ci si calunnia a vicenda, ci si diffama a vicenda, un continuo di falsità e bugie, di pregiudizi, di falsi storici e ne sono talmente tanti che ormai l’italiano medio non sa più che pesci pigliare. Si aggrappa a ciò che vede e sente, a ciò che prova in prima persona e tutto il resto non esiste.
L’ italiano medio ormai a stento si fida della propria famiglia, proprio perchè tv, media che sono la sua finestra sul Mondo, hanno dato prova di essere confusionari, falsi.
Non riconoscendo il Bene e il Male ci si aggrappa o sul più forte o sul più popolano.
Si ritorna inevitabilmente indietro, ancorandosi ad un passato inesistente.
Ed è logico prendersela con chi sa, chi ti porta prove concrete, chi provoca per darti un’alternativa valida.
La cosa comica è che siamo tornarti ai tempi dei mercanti, quelli che Cristo detestava con tutto se stesso.
Siamo tornati a doverci vergognare perchè le pietre non possiamo lanciarle proprio più.
Ed è qui che è facile colpire, questo è il punto debole di un popolo, perchè teorie squallidamente facili da digerire e così affini ai sentimenti più comuni e diffusi ( paura, odio, vergogna, tristezza, depressione), entrano con estrema facilità nelle menti disorientate.
Io non mi sento così. Perchè per me la paura è un sentimento come tanti, mi rafforza, mi regala uno scudo e la voglia di reagire, di difendermi, di proteggermi.
Non annullerò mai il dolore perchè è parte integrante del mio essere ed è un segnale, non una sconfitta o una debolezza.
Per quanto attacchino la democrazia, il diritto a scegliere, il diritto a manifestare, ci sono tante persone come me che hanno appeso al chiodo cinismo e strafottenza, così come hanno compreso che non è epoca per l’autocelebrazione e le seghe mentali.
Che gli altri vivano di paura, lasciatevi guidare dai vostri pregiudizi e dall’idea di avere ragione sempre e comunque.
Per ora io e molte altre donne siamo la prova che tanti provocatori non hanno capito niente di noi nè tantomeno della vita e della Società.