In Italia si è spenta una stella importantissima nel firmamento del cinema.

Un uomo che, alla veneranda età di 95 anni, aveva ancora tutte le idee chiare, la saggezza reale di chi ha vissuto la propria vita con dignità, passione, forza. Nessuna ruga stirata, nessun ritocco con photoshop, interviste sempre brillanti, sguardo sempre più arrabbiato, vivo.

Nessun colorito vitreo nelle pupille, le sue mani non sembravano di plastica, erano mani di un vecchio. Un gufo saggio che ha saputo bacchettare a dovere ( e con evidente disgusto) questo Governo anti-cultura.

Mario Monicelli affranto da tutte le incessanti critiche a registi di più che elevato livello, censure, tagli, fondi spariti, dalla precarietà stessa del cinema, giovani attori costretti ad elemosinare qualche particina in qualche film americano ( terribile..uno smacco per il nostro Cinema!), ha dato il suo ultimo saluto prendendosela con gli italiani. O meglio con alcuni italiani. I pavidi, i senza coraggio.

Intanto una perfetta sconosciuta di origini Rumene, ottiene un milione di euro per il finanziamento di un film dal titolo ” Goodbye Mama”.

Come mai? Perchè la signorina in questione è amica di amici di amici, è una gran bella donna e in più pretende di essere inserita nel favoloso Mondo del Lido di Venezia.

Non avendo possibilità di essere selezionata ( regia pessima? Conenuti non proprio originali? Questo non lo sappiamo ancora), chiede aiuto al Ministro Bondi. Un MINISTRO. Un uomo pagato con soldi Statali, quindi da noi.

Il quale dopo aver gettato fango ed aver tagliato fondi e aria alla Cultura Italiana e al nostro cinema, stringe mani sudaticcie, fissa una bella scollatura e si lascia coinvolgere in affari non proprio puliti. Tira fuori il denaro necessario e si pulisce il sudore con la nostra pelle.

Si inventa addirittura un premio, dedicato a cosa? Alle donne.

Ah sì?!

Utilizza una causa importante come quella della salvaguardia dei diritti delle donne, perchè pertinente con l’argomento della regista.

Ma dai?!

E vince al 100%..perchè il premio era solo per lei. Perchè l’evento speciale era monotematico, monodirezionale. Le porte sono chiuse a tante altre registe che da anni scrivono e dirigono film simili ma dallo spessore più elevato.

Uno sputo in faccia a tutte le persone che da sempre combattono contro questo sistema di continue e deleterie raccomandazioni.

Io non voglio credere che il cinema italiano sia morto e sepolto. Confido molto nel cinema indipendente, negli attori bravi, seri, eccezionali. Confido molto nei documentari fatti davvero con pochissimi fondi ma splendidi, veri, profondi.

Io credo che in onore di Monicelli e di un’ Italia che lotta, che sale sulla torre di Pisa per rivendicare ciò che le spetta di diritto, si deve continuare a produrre, ad agire, ad utilizzare tutti questi nuovi strumenti tecnologici per arrivare a tante, milioni di persone.

Usare la rete per offrire momenti di grande cultura, di informazione nuova, veritiera, lucida, chiara e diretta.

Creare poesia visiva con poco si puo’. Non a caso geni come Bava riuscivano a cacciare da un cilindro malmesso diversi capolavori. De Sica ha fatto scuola, combattendo contro i colossi di Hollywood ( e indebitandosi anche) pur di utilizzare attori non professionisti quando girava “ladri di biciclette”, dicendo chiaro e tondo NO, al ricatto di produttori mangiasoldi ( ” Ti diamo i soldi se l’attore protagonista sarà Bogart” ecc.ecc.).

Allora mi chiedo:  perchè no?