E FACEBOOK CENSURA ANCHE SPATARO

Ma noi lo sapevamo già.

Dopo vari giochini di segnalazioni adesso anche un’artista come Alessio Spataro è stato segnalato con conseguente intasamento di link sulla sua bacheca personale.

E’ facilissimo segnalare e dare problemi sul social network di quel nerd che adesso spopola al cinema con la sua fantastica avventura.

I maschilisti creano profili fasulli e incitano perfetti estranei a segnalare pagine, gruppi, profili personali con il solo scopo di spammare e trolleggiare per poi chiudere quei contatti scomodi.

E come conseguenza, il/la malcapitato/a è costretto/a a dover mandare un’email ad abuse@facebook.com per poter riavere i propri dati, le proprie foto, la propria pagina. Perchè tanto nulla fanno di male.

E per questo motivo chi spamma e trolleggia con l’intento di deviare il pensiero comune verso le proprie opinioni e teorie (spesso iperfasciste), si salva. Perchè? Perchè Facebook incita al numero più che alla qualità. Più fan hai e meno sei attaccabile.

Così se un pirla aggiunge gente a caso, passa le ore a scrivere in vari forum, crea siti web fasulli, pagine fasulle, spamma senza pietà a chiunque ed avrà la sua gloria. Misero? Patetico? Sì.

E’ l’era del MI PIACE. Più ne hai e più vali. Stessa cosa con youtube.

A breve anche in politica si voterà così: la faccia di quell* o quell’altr* e basterà mettere la X su MI PIACE o NON MI PIACE.

Tutta la solidarietà a Spataro e porcamiseria..ecco la tanto censurata e odiatissima immagine scandalosa.

Tutto il mio sostengo e il mio affetto anche alla bravissima Enrica B., segnalata, censurata, torturata da questi quattro cafoni ( da premettere che la cara Enrica aveva postato un’immagine sessista di Wired per diffondere la denuncia contro il sessismo imperante dei media…a quanto pare è stata segnalata per immagini oscene…no comment).

:: Dalle ultime novità che ho letto sul profilo di Spataro penso di aver capito chi sia il suo stalker::

da Flavia un messaggio ( dopo l’attacco dei cretini ad un post di Ladyradio)

da FLAVIA
Questo spot contro la violenza alle donne intanto è stato censurato in Inghilterra (qua non è neanche mai arrivato, per dire la nostra consapevolezza).

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Umi5ieIcgIU

Poi ho appena pubblicato un post sul mio blog dove tra l’altro cito 2 siti assolutamente pieni di informazioni attendibili sulla violenza alle donne, che è anche inutile riportare o riassumere, perchè quelli sono dati ufficiali,accessibili a tutti, basta voler aprire gli occhi: dati tremendi, opprimenti… (che noi ogni volta continuiamo a ripetere ma sembra che il messaggio non arrivi mai!)

http://www.onuitalia.it/notizie-luglio-2010/461-qun-womenq-fatti-e-numeri-sulle-donne-nel-mondo

http://solleviamoci.wordpress.com/2010/11/18/%C2%ABa-milano-uno-stupro-al-giorno%C2%BB-a-rischio-separate-e-divorziate/

Però se queste informazioni sono i fatti crudi di una realtà scoraggiante, quello di cui vorrei parlare è LA VISIONE del corpo delle donne che viene proposta e riproposta all’infinito in questa società in cui le ragazzine sempre più giovani vengono catturate dal sistema che la spoglia e la riveste!! Un sistema che le donne le stupra nella realtà e anche (preventivamente? propedeuticamente?) sui cartelloni pubblicitari (es. stupro glitter Dolce e Gabbana). Per non parlare dell’estetica dello stupro: in rete si trovano immagini di questa odiosa violenza che sono oscene, pornografiche.
E vorrei anche parlare, chissà con quanto successo, delle pretese di taluni che la violenza di genere è bipartisan, perchè spesso le donne sono offensive, usano molto la violenza verbale e la pressione psicologica. Poverini.
Ma poi mi chiedo: davanti alle cifre più sopra riportate, ha senso replicare a certe contestazioni? Non è uno spreco di risorse e di energie?
Oltre a violentarci ci fanno anche perdere tempo!!!

Le gallinacce

25 Novembre? Per noi è ogni giorno.

Ma dove sono le femministe?

Si chiedono con arroganza molte giornaliste della old school Femminista.

Siamo qui e non ci vedete. Non ci ascoltate. Vi limitate ai vostri quotidiani, ai circoli ristretti e non navigate bene nel web.

Siamo in tante, ma che dico? Tantissime. Siamo giovani, anche giovanissime e siamo qui. Non siamo solo perditempo pronte a scribacchiare virtualmente senza costruire nulla.

Alcune sono delle fantastiche designer, altre sono poetesse, altre ancora geni della grafica, del computer, del web. Sono insegnanti, segretarie, precarie, commesse, studentesse, ricercatrici, dottoresse, donne con una grande forza e con una grande consapevolezza.

Siamo qui pronte a difendere il diritto alla nostra libertà, al diritto di scegliere e di difendere quello che le nostre ave hanno conquistato con forza, fatica, sangue e sudore.

Per noi è sempre l’ 8 Marzo e non per autoesaltazione femminile. No. Perchè viviamo in un Paese ipersessista e ogni giorno dobbiamo scontrarci con dure realtà.

Dal dialogo con un amico al dibattito politico, siamo sempre lì pronte a difenderci, a scusarci, per cosa? Perchè siamo donne.

Intanto nel web e non solo diffamano in continuazione le Femministe, lo si sente anche da bocche non sospette. E’ una realtà molto dura e pericolosa che viviamo giorno dopo giorno.

Siamo costrette a leggere commenti sessisti anche da parte di molte donne, le famose schiave da cortile, quelle che hanno accettato l’idea che essere “maschio” è meglio. Quindi diffondere pesanti battutacce sulla Carfagna è ormai d’obbligo. Per quanto mi faccia davvero venire un rantolo di vomito tutta la tiritela della Ministra e della caciarona buzzurra Mussolini, non me la sento proprio di dire a gran voce ” ahaha la Carfagna contro Bocchino ahahaha proprio lei quella gran pomp**ra!!”.

Eppure..

Intanto il 25 Novembre tutte noi ci stiamo muovendo per diffondere il messaggio che sì la violenza di genere esiste.

Non solo fisica ma anche psicologica, verbale.

La violenza sulle donne in quanto donne ESISTE. Chi osa dire il contrario sta diffamando e camuffando la realtà.

Il bello è che non se ne parla, siamo noi ragazze, donne, a dovercene preoccupare. Eppure moltissime non escono da sole la sera, evitano tacchi alti e minigonna in moltissime strade di città, si camuffano da uomo pur di evitare uno stupro, hanno paura ad incontrare sconosciuti, temono le chat e sanno bene che è sempre un azzardo dare confidenza agli sconosciuti.

Devono sempre chiedere aiuto a qualche amico, compagno, amante. Eppure.. loro non sanno neanche che cosa sia il 25 Novembre.

E’ importante informarsi bene e dare ascolto e voce a noi giovani leve ( se così vi piace definirci), sebbene siamo solo delle semplicissime ragazze.

Tutto qui.

25 novembre: la lotta contro la violenza sulle donne riguarda anche te!
Giornata contro la violenza sulle donne – segnaliamo eventi?

Bollettino di guerra

IO NON CI STO: una lettera aperta per dire basta al voyeurismo mediatico sui corpi delle donne

Appello di Donne per la sicurezza:

Con DONNE PER LA SICUREZZA ONLUS per celebrare le giornate mondiali contro la violenza sulla donna- info tel. 06.77076486IO
NON SONO WONDER WOMAN 23-28 novembre 20104 corti teatrali in un unico e
imperdibile spettacolo thriller dai toni ironici.se non prenotate non
vi sedete!!! info tel. 06.77076486–TI ASPETTIAMO!!!

Carfagna contro un Bocchino fa tremare la Satira-(vignetta di Alessio Spataro)

www.dazebao.org

www.pazzia.org/

La settimana per i diritti dell’infanzia…

Nota pubblicata da Emma Di Taranto

BANSKY

Premetto che non avevo nulla contro l’iniziativa dei cartoni animati per i diritti dell’infanzia, dato che ho scelto comunque cartoni con un messaggio profondo (“Il tulipano nero” e “Galaxy Express 999”), e non cretinate solo per ricordare la mia “felice infanzia” (come qualcuno accusa).

Insomma, l’ho preso come un simbolo, un gesto di solidarietà… nell’impossibilità di fare qualcosa di concreto per i bambini vittime di violenza o che vivono situazioni disagiate nel mondo.

Ho però deciso di cambiare immagine del profilo, cogliendo l’invito di qualcuno a mettere l’immagine di un bambino che soffre…

Non ho preso quest’invito alla lettera, come potrete notare, ma…

Visto che i bombardamenti su Gaza continuano crudeli e spietati da parte dei TERRORISTI ISRAELIANI…

E viste quindi le infinite stragi, il genocidio ai danni del popolo palestinese…

Ho deciso di mettere l’immagine che ho ora.

Che è un augurio, più che la spettacolarizzazione del dolore dei bambini che soffrono nel mondo.

Mi sembra altrettanto criticabile quello che si vuole fare ora in polemica coi cartoni animati: i due estremi opposti.

Prima si volevano vedere immagini di un’infanzia troppo felice (anche se, come ho già detto, ho interpretato e attuato il gesto in maniera diversa); ora si vorrebbero vedere volti dilaniati dal dolore in tutte le immagini del profilo, corpi mozzati da bombe o trivellati da mitragliate… Mi sembra una strumentalizzazione crudele e inutile, sinceramente.

L’accusa era che ora -coi cartoni- si vedono immagini di FINZIONE, mentre con le foto di bambini che soffrono si vedrebbe la Realtà.

Sinceramente io i cartoni animati non li ho mai visti e vissuti come finzione fine a sé stessa, divertimento e intrattenimento senza scopo alcuno se non rincitrullire i bambini. O almeno… Non tutti i cartoni animati sono così. E chi conosce quel mondo saprà darmi ragione. Io, ad ogni modo, avevo scelto due cartoni che erano sogni rivoluzionari, quindi un augurio.

La Realtà che si vorrebbe ora spiattellare nelle immagini dei profili, è un dolore che conosciamo, che ci strazia, proprio nell’impossibilità di fare qualcosa di concreto per aiutare quei bambini. Mi sembra una spettacolarizzazione del dolore usata a uso e consumo di una polemica sterile che è nata proprio per via di questi benedetti cartoni animati delle “infanzie felici” di noi che siamo stati bambini fortunati.

Io ho deciso quindi di optare per una via di mezzo: UN SOGNO IN UNA TERRA DILANIATA.

Vi inviterei a fare lo stesso. Scegliere un’immagine che, secondo voi, può rappresentare il dolore di queste infanzie negate e allo stesso tempo l’augurio e il sogno che le cose possano cambiare.

E dato che so con chi ho a che fare, dato che conosco la levatura delle persone che ho tra i contatti… so che nel nostro piccolo, al di fuori di questo coso inutile che è facebook (dove è nata questa assurda polemica), ognuno di noi si impegna quotidianamente per far sì che qualcosa cominci a girare nel verso giusto.

Questo è il mio modestissimo parere, che non vuole imporsi nella testa di alcuno.

Se volete diffondere l’invito, diffondete.

Se non volete, non fatelo.

E sinceramente, a chi avesse deciso di tenersi i cartoni animati, dico che fà benissimo, perché non c’è niente di riprovevole in questo. Eccheddiamine.

Io intanto ne approfitto per rinnovare la mia solidarietà incondizionata al popolo Palestinese.


Lo spione maschilista

Sono giunti commenti davvero infelici ad un post scritto nel vecchio blog che trovate qui

Riporto i commenti di questo signore:

Dario says:

11/14/2010 at 14:29 (Edit)

L’intento del femminismo di strumentalizzare il fenomeno della violenza sessuale
sulle donne è evidente. Fortunatamente è evidente anche il rifiuto delle donne in
genere di cadere nella trappola della paura che il femminismo vuole approntare e anche la sempre più consapevolezza del genere maschile di questo tentativo sciocco e sconsiderato di colpevolizzazione generalizzata che non andrà a buon
fine perchè sempre più maschi lo stanno respingendo e rifiutando. Con buona pace
di Flavia, Wa Lai e coglioneria varia e assortita.

Dario says:
11/15/2010 at 19:03 (Edit)

E poi…domandina per Flavia: quale sarebbe la fantomatica rete di protezione
e di rinforzo psicologico che la prassi femminista prevederebbe per le ragazze
violentate: dire loro quanto sono brutti, sporchi e cattivoni i maschiacci?
Queste ragazze hanno bisogno di ben altro e questo ben altro non siete in grado
assolutamente di darlo VOI!!!

Ad un altro post

Dario says:

Il poveretto non sa che per le femministe “ogni coito è uno stupro”. Probabilmente perchè è ancora vergine. Oppure non gli interessa fare
sesso. Oppure perchè è gay.

Si firma Dario ed ha concesso di potergli scrivere. La sua mail è damico@rdsurbaninvestigazioni.com

Propietario di questa agenzia investigativa.

Riporto i servizi che offre quest’agenzia:

I nostri servizi hanno valore legale, da fare valere anche in tribunale, per qualunque tipo di causa; inoltre le prove da noi raccolte possono essere utili per evitare di andare in causa presso il tribunale.

Quindi se una donna volesse contattarli per provare una violenza, il lor signore negherebbe tale servizio. Tanto sono tutte false accuse, no?
Io spero che la sua email sia stata clonata o rubata, in tal caso mi scuso.
Se invece una persona che si vanta di (e cito) notevole esperienza investigativa ed è tutt’ora un Ufficiale della Riserva nella CRI, per la quale ricopre l’incarico di Ufficiale Commissario, beh..stiamo checazzi si dice a Napoli!

Perchè “vi” irritano i complimenti?

Che c’è di male nel dire ad una donna ” Sei un bel bocconcino?”.

Ma chissà.

Cos’è un bocconcino? E’ un pezzetto di cibo, gustoso. Un assaggio di qualcosa.

In pratica dovrebbe essere un complimento paragonare una donna ad un pezzetto di qualcosa, ad un assaggino, un appetizer.

Ma vabè..è entrato nel linguaggio comune, no?

Però che strano, questa frase l’ha detta un uomo sulla sessantina (all’epoca..) ad una giornalista seria e rispettabile, seduta davanti a lui per un colloquio. Ad un colloquio si discute su ruoli, incarichi, paga, contratti. Si parla di LAVORO.

A cosa serve dire alla persona che dovresti assumere quanto è attraente? A cosa puo’ mai servire a questa persona in quel preciso momento un apprezzamento per qualcosa che non ha fatto? E’ il suo aspetto ed è oggettivamente apprezzabile. Beh?

A cosa serve paragonare la bellezza fisica, il fascino di una persona al cibo?

Un uomo adulto (anziano?), rispettabile (?), imprenditore (?), dovrebbe conoscere bene le regole del rispetto verso chi lavora e, soprattutto, dovrebbe sapere che donna o uomo che sia, quando si tenta di assumere qualcuno, non è proprio consigliabile affidare un determinato incarico e/o ruolo ad una persona che si crogiola nel sapere che il proprio aspetto è bello, mentre si parla di cose pratiche e importanti come un LAVORO.

No?

A chi desiderano affidare ruoi e incarichi importanti questi personaggi? Si è scoperto poi con gli anni a venire. E si è visto il risultato.

Se un uomo mi dice ” Sei un bel bocconcino” lo ignoro o gli rispondo ” Peccato che tu non abbia i denti, pirla!”. Perchè?

Beh perchè io sono adulta, vaccinata e so bene che un uomo adulto e vaccinato per lusingarmi non ha bisogno di paragonarmi ad una cosa che mi ritroverei in un piatto quando ho fame. Mi farebbe sentire un assaggio da mandar giù, digerire e prendere vita solo in occasioni leggere ” Ho mangiato quel bocconcino lì..umm..una delizia!”.

Eh no.

Non credo che se voi uomini durante un colloquio vi sentite dire ” Sai che sei una bella fava?” vi sentireste lusingati, soprattutto se davanti a voi c’è una donna che dovrebbe essere il vostro capo..al massimo penserete che questa signora (sessantenne) voglia provarci con voi e che questo comporterà tutta una serie di lusinghe future per mantenere la sedia sotto al sedere.

Fosse stata anche giovane e prestante, avreste comunque capito che la vostra carriera sarebbe partita con la lusinga squallida, la sornionaggine e forse qualche prestazione sessuale.

Esagero? Io non credo. E si è visto infatti.

Un uomo deve stare attento alle parole che usa, al contesto soprattutto non per bon ton e galanteria anni ’50 ( perchè tanto cadeva tutto quando la mano si poggiava con tanta facilità sul sedere).

Si tratta di rispetto verso una persona, qualunque essa sia, si tratta di Umanità, decoro verso gli altri. Ma probabilmente chi non possiede queste qualità, non ama le donne, le persone.

Una persona che continua ad usare frasi simili, vantandosene senza mai smentirsi, è evidentemente qualcuno che ha rispetto forse solo verso se stesso. E allora non puo’ governare.

Un uomo del genere non meriterebbe neanche lo sguardo di una donna.

Ce ne sono tanti in Italia, dilagano. Forse non meritano neanche la propria sessualità.

Un pezzo di merda

Salve,

sono un pezzo di merda.

Con tutto il rispetto ma vi odio. Se non sei d’accordo con me puoi anche morire, a me poco importa. Sono un pezzo di merda, adoro le cravatte, mi piace fissarmi allo specchio e vedere che le rughe non esistono, mi piace sapere che il mio Premier va a mignotte e non me ne frega proprio una benemerita cappella del fatto che noi italiano le paghiamo. Tanto meglio.

Sono proprio un grandissimo pezzo di merda e uso rivendicazione e arroganza e ci godo se riesco a smentirti. Non hai diritto a contraddirmi, è chiaro?

Non hai diritto di replica e sono contento se qualcuno muore per la mia causa. Mi piace trovare cavilli ovunque, dimostrerò le mie teorie anche negando l’evidenza.

Mi piace vederti nervos*, non tollero la tua gioia e farò sempre a braccio di ferro con te.

Demolisco intere generazioni, interi generi Umani se questi sono un ostacolo, penso a me stesso, solo ed unicamente a me stesso.

Sono come un tossicodipendente, talmente concentrato a trovare e usare la mia dose giornaliera da uccidere se necessario, perchè in quel momento cerco approvazione e, soprattutto, la mia vittoria.

Voglio la strada spianata a tutti i costi, me ne fotto altamente di donne e bambini, devo averla vinta io.

Per me le donne devono restare al loro posto, dove le ho messe io, perchè altrimenti non potrei fare ciò che desidero.

E’ essenziale che la religione resti intatta e che sia estremizzata, in questo modo posso usarla per me.

Non ho altre teorie in testa, non voglio informarmi, sono un pezzo di merda e mi piace talmente tanto esserlo da volerti fare fuori.

Mi piace spiare il nemico, adoro diffamarlo, mi piace da impazzire vederlo in difficoltà anche se non lo è.

Vorrei poter fare un rogo di tutto, nascondere e zittire chi ha dei valori..i valori..ma vaffanculo voi e i valori!

Mi incravatto, mi sbatto, mi schiatto di risate e cibo. Mi piace consumare : cibo, donne, cose, case mi piace possedere, voglio tutto e che sia mio e di nessun’ altro, che sia chiaro. Voglio avere la mia strada, il mio posto, la mia cerchia a me non frega niente di cosa sentano gli altri, perchè esisto solo io.

Non voglio legami, voglio che gli altri si leghino a me.

E che duri per sempre.  Non voglio morire e se potessi venderei un figlio per avere l’immortalità, voglio tutto e ora.

E se oserai contraddirmi, se oserai ostacolarmi mi farai davvero imbestialire e ti schernirò, perchè di sicuro tu piangerai, soffrirai se prenderò in giro qualcosa di tuo. Sarai triste quando dirò che sei brutt*, stupid*, ridicol* no?

Tanto alla fin fine siete bigotti, lo so che a voi fanno male queste parole, quindi vi ridurrò a ridicoli personaggi, così morirete e io potrò continuare a vivere come sono, un grande, grosso pezzo di merda, tutto mio.

L’antiberlusconismo rende ciechi! Brava Ritanna Armeni!

Care amiche femministe, l’antiberlusconismo ci ha fregate

Ritanna Armeni

Care amiche, ci avete pensato? Fra qualche tempo, breve a quanto pare, Berlusconi non sarà più al governo. L’ultimo discorso di Fini a Perugia è stato chiaro: è solo questione di giorni e poi l’uomo che ha avuto il ruolo centrale nella politica di questo paese negli ultimi vent’anni sarà messo da parte. Cambierà la politica italiana? E in che modo? Difficile fare pronostici ma proprio in questi giorni sono attraversata da un dubbio che ci riguarda. Come faremo? Come faranno, senza Berlusconi, le donne, le filosofe, le giuriste, le politiche, le giornaliste che in questi anni si sono così tanto concentrate sul rapporto fra il premier e le donne, hanno protestato contro le sue camere da letto così affollate, si sono scandalizzate  per l’uso del corpo femminile, si sono indignate per le ragazze usate e poi buttate via? Contro chi protesteranno e inveiranno quando Berlusconi non ci sarà più?

Ve la dico tutta. In questi giorni sono attraversata da un terribile dubbio. Che le femministe si siano fatte giocare. Che in questi due anni si siano concentrate sul premier e sui suoi vizi e non abbiano più guardato  attorno a loro, a quello che succedeva alle donne e al paese. Che per parlare dei costumi sessuali del premier, per indignarsi, arrabbiarsi, abbiano perso di vista tante cose importanti. Certo il rapporto di Berlusconi con le donne è, a dir poco, squallido. Un macho anni 50, un anziano che si ostina a mostrare la sua presunta potenza sessuale, un  malato che vede nel  corpo femminile la conferma del suo potere e del suo ruolo. Tutto questo lo abbiamo scoperto alcuni anni fa e ce l’hanno confermato le parole di sua moglie Veronica Lario. Abbiamo fatto bene ad indignarci. Attaccare lui significava attaccare un modello maschile che evidentemente non era stato sconfitto e che era ancora forte. Il comportamento di un presidente del Consiglio, di un  uomo con un ruolo pubblico così importante lo giustificava, lo esaltava e, quindi, era doppiamente colpevole.

Ma poi, impercettibilmente, l’indignazione e la lotta contro quel ruolo e quel modello maschile è diventata lotta e indignazione solo contro l’uomo Berlusconi. E, a questo punto,  siamo cadute nella trappola. Abbiamo dimenticato che il presidente del Consiglio rappresentava un mondo maschile ancora molto forte,  abbiamo messo da parte la giusta diffidenza che abbiamo sempre coltivato nei confronti degli uomini che predicano bene, ma poi razzolano male, abbiamo trascurato la ricerca autonoma del nostro pensiero. In breve il femminismo si è confuso con l’antiberlusconismo e con la lotta di opposizione al premier, si è intrecciato con un moralismo che si concentra sulle colpe del singolo e non sulla subcultura profonda e diffusa di cui sono espressione. E ci siamo dipinte, noi donne, come vittime, come corpi usati e buttati via.  Alla fine esattamente come Berlusconi e tutti gli uomini che lui rappresenta ci vedono e ci vogliono. Ma, accidenti, non è così. Noi non siamo così. Le donne oggi non sono le vittime di una società maschile, sono le protagoniste di un mondo che sta cambiando e che a grandi passi sta demolendo la realtà e il simbolico degli uomini.  Hanno ancora molte difficoltà da superare, ma difficoltà appunto, non ostacoli insormontabili.

[Continua]