Lo sfigato da film anni ’80? Non mi fa ridere.

Ricordate il classico personaggio da film anni ’80-’90 che di nascosto sogna acrobazie erotiche con donne favolose e, a lui, irraggiungibili?

Quelle donne favolose erano dipinte come streghe bellissime senza anima, cretine perlopiù e, spesso, mangiasoldi. Per giustificare un eventuale rifiuto.

E l’ossessione maniacale e un po’ perversa per la biancheria intima? Il feticcio onnipresente, lo stalking goffo.

Questa tipologia d’uomo è cresciuta ed è diventata adulta.

Una generazione di uomini italiani convinta di non riuscire a farcela con le donne perchè bruttini, perchè non abbastanza fighi, non abbastanza ricchi.

Immedesimandosi con le canzonette da quattro soldi degli 883, immedesimandosi nello scenario paninaro e nullafacente di una vasta gamma di giovani uomini ( e donne), privi di qualunque interesse verso il Mondo, la Cultura e la Politica.

Adesso sono arrivati agli over 30 e vorrebbero poter tornare indietro.

Continuano la loro strada adolescenziale nel corpo di un adulto, quindi…liberi di fare danni.

Quando la frustrazione dello sfigato però si tramuta in odio, allora la cosa si complica.

Trasformati in macchine da consumo facile ( porno, cibo ecc.), gli uomini italiani sono cresciuti frustrati, bamboccioni e poco inclini ad una reale evoluzione. A furia di inculcare questo modello agli uomini, dalla virilità alla sfigaggine, ecco che le menti meno brillanti e dal background sociale e culturale più degradato, si trasformano in violenti.

Allora compare la morbosità verso la donna bellissima, l’ invidia verso il Premier, l’odio verso quelle donne bellissime, rifattissime che incarnano alla perfezione l’ideale di attrice porno.

Tutto quel sesso ovunque che pian piano rende frustrati, deboli.

L’idea di dover fare sesso almeno tutti i giorni con la partner altrimenti…non è amore.

Il dover per forza eiaculare, sfogare, vincere. L’ orgasmo è diventato asettico, plastificato. Il sesso? Non è più una semplice connessione fatta di corpi, menti e desiderio. E’ un atto dovuto, da compiere meccanicamente. Una megasega.

Sono gli uomini-masturbo a vincere qui in Italia, a dettare legge, a compiere azioni fasciste e violente.

E sono ovunque. Non voglio fare la qulunquista per carità. Ma sono davvero O-V-U-N-Q-U-E!

Che abbiano valori elevati e democratici o bassi e conservatori, questa repressione da (ex?) sfigato persiste nella mente e nel corpo di tantissimi italiani.

Intanto noi ridacchiamo, ci immedesimiamo anche noi nella sfigataggine, ma lo facciamo in maniera autoironica e, forse, un po’ masochista-vittimista.

Se non siamo bonazze e se non riusciamo ad avere tanti partner, se non facciamo tanto sesso, sempre e comunque, anche noi donne ci releghiamo nella sezione “sfigate”, per poi trasformarci in perfette geishe o mammine quando capitiamo con l’italiota di turno.

Quante giovani donne rinunciano a se stesse per un briciolo di fidanzamento, per un uomo accanto. E non per amore ma, sempre, per questo epitaffio crudele ” SFIGA”.

L’ Italia va così avanti con questo scempio che sono stati gli anni ’80-’90 italiani. Una melassa, un blob informe di stupidi stereotipi che ancora ci portiamo addosso.

Pieni di cicatrici andiamo avanti iperdeboli, insicuri. Siamo una generazione adulta ma a 30’anni, siamo davvero cresciuti?

Ci riteniamo davvero capaci di cambiare le cose?

Non basta manifestare o agire con qualche azione sociale. La vera rivoluzione dovrebbe partire da noi.

Dalle nostre vite, dalle nostre scelte.

La vera rivoluzione sarebbe quella di crescere una buona volta, mostrarsi al Mondo per quello che si è e non per quello che vorremmo essere.

Accettare gli altri per i loro difetti e i loro pregi, senza pretendere cambiamenti radicali.

La staticità italiana della nostra generazione mi fa capire che in questo Paese per quanto si faccia e si dica, si rimarrà sempre indietro.

Pronti a colpire il nemico e a dire la nostra, a gridarla anche ma dentro c’è sempre quel velo di insicurezza, quell’ ansia da prestazione sociale che affligge tanti di noi.

Non c’è reale comprensione per i problemi altrui, si  dialoga giudicando l’altro, si invadono gli spazi altrui senza chiedere mai il permesso, senza bussare mai.

Una crociffisione di chi invece vuole evolversi.

In questo frangente le donne sono le più colpite e non perchè sono Femminista ( e felice di esserlo). No.

Perchè le donne sono portate fin da piccole a dover dare e fare sempre di più, aspettandosi però sempre meno.

Siamo in continua competizione con noi stesse e le altre. Anche questo fa male, anche il non capire quanto valiamo davvero è deleterio.

Noi quando facciamo, veniamo vessate, calpestate, sottomesse.

Dobbiamo sempre difenderci con i denti e con le unghie e non tutte sopravvivono. Tante si lasciano andare, sconfitte, esauste.

La prima cosa da fare è saper dire di no. Sapersi difendere DAVVERO e riunciare ad una persona se questa si comporta male con noi.

Non è normale tutta questa ossessione morbosa verso il proprio Ego, non trovo normale gli italiani, sempre in prima linea per i PROPRI principi, spacciati per comuni, oggettivi, Universali.

Le donne italiane si stanno svegliando? Vi state svegliando amiche? Sorelle?

Siete capaci di dire ” Io mi amo”? Siete capaci di essere critiche con voi senza flaggellarvi in continuazione?

Io mi sto ponendo queste domande, sto facendo la mia rivoluzione. E voi?

 

RIPRENDIAMOCI LA NOTTE: CORTEO DONNE @NAPOLI 7 MARZO 2011

Ora
Domani alle 20.30 – martedì alle 0.00

Luogo
street 

calata trinità maggiore (oddò sta o SKA)
Napoli, Italy

IL 7 MARZO VIENI A “PASSEGGIO” CON NOI!
VOGLIAMO RI-SCRIVERE LA CITTA’ CON LE NOSTRE PAROLE, RACCONTARCI E NON FARCI RACCONTARE, PRENDERCI UN MOMENTO DI SOCIALITA’ TRA DONNE, FEMMINISTE E LESBICHE

…INCONTRIAMOCI ALLE 20:30 (A CALATA TRINITAì MAGG. FUORI ALLO SKA) …TU PORTA CARTA, DISEGNI, COLORI, TRUCCO, VINO E …na manat e curiandol!
NOI CI METTIAMO LA COLLA E TUTTO QUELLO CHE SERVE PER LASCIARE I NOSTRI MESSAGGI X LA CITTA’.
ATTRAVERSEREMO LE STRADE DI NAPOLI…INDECOROSE E LIBERE!!!

Riprendiamoci la notte, la città, la socialità…e tutto quello che vorrebbero toglierci!!!!

Ogni anno…l’8 marzo. Nei locali tornano gli spogliarellisti, sulle scrivanie fioriscono le mimose, le donne si scambiano gli “auguri”, le mamme non fanno le pulizie, nei ristoranti si preparano menù speciali,… ma intanto:

-nel 2010 sono state 127, il 6,7% in più rispetto all’anno precedente, le donne uccise in Italia. La maggior parte delle vittime sono donne italiane (78%), così come la maggior parte degli uomini che le hanno uccise (79%). Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di mariti (22%), compagni, conviventi (9%) o ex (23%), ma anche figli (11%) e padri (2%);

– sempre in riferimento all’Italia, fra il 10 e il 13% della popolazione femminile vive in una condizione di povertà estrema, il 40% di queste donne ha un’età compresa fra i 19 e i 24 anni. La crisi spedisce le donne nel ghetto: oltre 104.000 donne sono state tagliate fuori dall’industria negli ultimi 24 mesi. Il 54% dei lavoratori subordinati sono donne: a loro sono delegate mansioni sempre più marginali nell’organizzazione del lavoro e sono le prime ad essere espulse dai processi produttivi. Stato, famiglia e società scaricano sulle donne i costi principali della crisi;

-il 59% dei ginecologi italiani attivi in strutture che effettuano l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è obiettore di coscienza. Questo significa che ci sono medici che, con presunti “scrupoli di coscienza” (salvo poi trovarceli nelle strutture private a fare le stesse cose!), negano di fatto ad una donna il diritto di decidere liberamente del proprio corpo interrompendo, se crede, una gravidanza indesiderata, gratuitamente e nelle strutture pubbliche. Obiettori possono dichiararsi anche infermieri, anestesisti, barellieri, fino al punto di bloccare completamente un reparto ospedaliero, rischiando anche di mettere in pericolo la vita della paziente. Oggi la questione diventa ancora più preoccupante, visto che l’obiezione rischia di estendersi anche all’ordine dei farmacisti rispetto alla vendita della “pillola del giorno dopo”;

-tutte le leggi e i provvedimenti approvati di recente (accordo Marchionne, legge Gelmini, misure anti-crisi, tagli ai servizi sociali..) rappresentano per le donne un doppio attacco alla propria autonomia e libertà. Venendo a mancare tutti quei servizi di cui il pubblico dovrebbe farsi carico le donne sono costrette a svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale, venendo di fatto richiuse in casa!

– il corpo della donna è oramai ridotto ad un vuoto contenitore. Usato nudo e provocante per riempire manifesti pubblicitari di ogni tipo di prodotto, umiliato e svilito come merce di scambio, riempito come incubatrice perché “generatore di vita”, anche se chi si spende tanto per difenderla, la vita, di quella delle donne prima di tutto non si interessa poi molto.

E intanto ci dicono che noi siamo l’altra metà del cielo, una componente fondamentale della società, il perno della famiglia, il soggetto da proteggere e tutelare. Riferendosi ad una nostra presunta debolezza, sui nostri corpi e sulle nostre scelte si costruiscono, nostro malgrado, leggi speciali, pacchetti sicurezza, mostri alieni (come i migranti) da sconfiggere per rendere le strade (e quindi le nostre vite) più sicure. Riempiono le città di esercito, polizia e carabinieri, rendendo i nostri cammini ancora più impervi senza di fatto risolvere il problema. Le violenze di ogni tipo che una donna può subire passeggiando di notte in una città non saranno certo superati da più controllo e repressione! Ci vogliono spaventate, ci hanno tolto il piacere di vivere liberamente la notte senza un “valido accompagnatore” che ci protegga. Ma noi NON ABBIAMO PAURA! Rivendichiamo ancora una volta il diritto di passeggiare libere anche di notte…e lo facciamo anche quest’anno!

le donne del SE NON -SEMPRE- QUANDO???!!!

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Da Sud De Genere: Comunicato stampa e richiesta sottoscrizione.

Vignetta @Val

“” Una scelta assai discutibile dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro per l’8 Marzo.

Che significato ha, oggi, celebrare l’8 Marzo ?
E’ trascorso più di un secolo dall’assassinio di 129 operaie nella fabbrica tessile di New York, morte d’asfissia, intrappolate in uno spazio che avrebbe dovuto garantire loro la vita. Ogni mattina si recavano in quella fabbrica perché il “lavoro” avrebbe dovuto emanciparle, riscattarle e invece il tempo trascorso fra macchinari e “alienazione” diviene tempo di morte, tempo che opprime, che soffoca persino il desiderio di maternità. Sono negati infatti gli spazi e i tempi per le lavoratrici madri che, insieme a tutte le altre donne, decidono di rivendicare.
E’ proprio allora che la disumanità si esplicita e lo sciopero delle operaie viene stritolato fra le fiamme di un incendio che le tiene tutte intrappolate e poi le uccide.
Quelle donne rivendicavano il diritto di lavorare e di diventare madri, di occuparsi dei propri bambini e di autodeterminare i tempi della maternità, quelle donne vengono uccise perché la società maschilista di allora negava alle donne il potere dell’autodeterminazione.
Fu allora che l’Onu e il mondo si accorsero che le donne facevano i bambini, fu allora che si comprese il senso della lotta di quelle operaie.
Celebrare l’8 Marzo a distanza di 100 anni ha senso eccome, soprattutto qui, soprattutto ora. A Catanzaro, unica città italiana nella quale Assessore provinciale alle Pari Opportunità è un uomo. Ricordiamo a chi legge che l’esigenza della nascita delle commissioni per le pari opportunità è datata 1984 perché sia consentita la reale applicazione dell’articolo 3 della Costituzione Italiana sulla non discriminazione delle donne.
Accade che il Comitato Pari Opportunità dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro promuova per l’8 Marzo un’iniziativa, un concerto presso il Teatro Politeama, i cui proventi saranno destinati ad un Centro inserito a livello nazionale nel “Movimento italiano per la Vita”, organizzazione che contrasta apertamente, e spesso con modalità aggressive e violente, l’applicazione di una legge dello Stato che laicamente garantisce il diritto alla scelta per una maternità libera e responsabile.
L’iniziativa, dicono, è contro ogni forma di violenza sulle donne.
Ma non è forse una forma di violenza, questa?

[Continua…]