L’antiberlusconismo rende ciechi! Brava Ritanna Armeni!

Care amiche femministe, l’antiberlusconismo ci ha fregate

Ritanna Armeni

Care amiche, ci avete pensato? Fra qualche tempo, breve a quanto pare, Berlusconi non sarà più al governo. L’ultimo discorso di Fini a Perugia è stato chiaro: è solo questione di giorni e poi l’uomo che ha avuto il ruolo centrale nella politica di questo paese negli ultimi vent’anni sarà messo da parte. Cambierà la politica italiana? E in che modo? Difficile fare pronostici ma proprio in questi giorni sono attraversata da un dubbio che ci riguarda. Come faremo? Come faranno, senza Berlusconi, le donne, le filosofe, le giuriste, le politiche, le giornaliste che in questi anni si sono così tanto concentrate sul rapporto fra il premier e le donne, hanno protestato contro le sue camere da letto così affollate, si sono scandalizzate  per l’uso del corpo femminile, si sono indignate per le ragazze usate e poi buttate via? Contro chi protesteranno e inveiranno quando Berlusconi non ci sarà più?

Ve la dico tutta. In questi giorni sono attraversata da un terribile dubbio. Che le femministe si siano fatte giocare. Che in questi due anni si siano concentrate sul premier e sui suoi vizi e non abbiano più guardato  attorno a loro, a quello che succedeva alle donne e al paese. Che per parlare dei costumi sessuali del premier, per indignarsi, arrabbiarsi, abbiano perso di vista tante cose importanti. Certo il rapporto di Berlusconi con le donne è, a dir poco, squallido. Un macho anni 50, un anziano che si ostina a mostrare la sua presunta potenza sessuale, un  malato che vede nel  corpo femminile la conferma del suo potere e del suo ruolo. Tutto questo lo abbiamo scoperto alcuni anni fa e ce l’hanno confermato le parole di sua moglie Veronica Lario. Abbiamo fatto bene ad indignarci. Attaccare lui significava attaccare un modello maschile che evidentemente non era stato sconfitto e che era ancora forte. Il comportamento di un presidente del Consiglio, di un  uomo con un ruolo pubblico così importante lo giustificava, lo esaltava e, quindi, era doppiamente colpevole.

Ma poi, impercettibilmente, l’indignazione e la lotta contro quel ruolo e quel modello maschile è diventata lotta e indignazione solo contro l’uomo Berlusconi. E, a questo punto,  siamo cadute nella trappola. Abbiamo dimenticato che il presidente del Consiglio rappresentava un mondo maschile ancora molto forte,  abbiamo messo da parte la giusta diffidenza che abbiamo sempre coltivato nei confronti degli uomini che predicano bene, ma poi razzolano male, abbiamo trascurato la ricerca autonoma del nostro pensiero. In breve il femminismo si è confuso con l’antiberlusconismo e con la lotta di opposizione al premier, si è intrecciato con un moralismo che si concentra sulle colpe del singolo e non sulla subcultura profonda e diffusa di cui sono espressione. E ci siamo dipinte, noi donne, come vittime, come corpi usati e buttati via.  Alla fine esattamente come Berlusconi e tutti gli uomini che lui rappresenta ci vedono e ci vogliono. Ma, accidenti, non è così. Noi non siamo così. Le donne oggi non sono le vittime di una società maschile, sono le protagoniste di un mondo che sta cambiando e che a grandi passi sta demolendo la realtà e il simbolico degli uomini.  Hanno ancora molte difficoltà da superare, ma difficoltà appunto, non ostacoli insormontabili.

[Continua]

Per privilegiati only

Se c’è una cosa che mi irrita più degli idioti pro-Mussolini sono i cinici di sinistra. Giuro.

Per quanto sia un parere strettamente personale il mio e con questo post non intendo offendere nè tantomeno prendermela con tutta la sinistra in toto.

Leggo spesso e sento anche commenti sprezzanti sulla trasmissione di Fazio e Saviano “Vieni via con me”.

” Sì beh..carina, ma santoiddio quanto buonismo!”

” Ah ecco..arriva Benigni e adesso tutti si sentono più buoni e intelligenti!”

” Beh c’era Ligabue…gran cultura eh!!”

Basta.

Ha detto tutto Cetto Laqualunque ieri sera elencando proprio queste frasi fatte.

Non credo che “Vieni via con me” sia una trasmissione estremamente impegnata e complessa, è molto semplice, diretta con contenuti non proprio leggeri da digerire ( Camorra, Mafia, ‘ndrangheta ed eutanasia..sai com’è!).

Non penso che sia rivolto solo ad un pubblico che già sa, colto o perlomeno cosciente da un punto di vista politico. Si rivolge a tutt* e si sa che non tutt* riescono a comprendere bene il politichese o determinati argomenti.

Non mi sembra di aver visto scene patetiche , niente pianti squallidi e fasulli, nessuna morbosità.

Cosa c’è di male nella tenerezza? Cosa c’è di male nella dolcezza, nella delicatezza?

Perchè si deve sempre apparire duri e puri ovunque?

Mi sono resa conto di questo distacco verso la realtà più bassa, incolta, sradicata dalla cultura da parte di tutta una fetta sociale molto giovane, colta, rivoluzionaria ma sì anche arrogante.

Ci sono per fortuna ragazz* che parlano con il famoso “popolino” e danno ascolto alle loro voci. C’è chi discute e ragiona con quei “paesanotti” di Terzigno e Giugliano, con le famiglie di Scampìa e dei Quartieri Spagnoli, perchè è chiaro a tutti noi che anche in determinate realtà esistono persone perbene, oneste che lottano giorno dopo giorno per la propria libertà a scegliere un futuro migliore.

Mi rendo conto che molti di questi noti cinici non hanno idea di come si viva in una provincia corrosa dalla malavita, sanno cosa sia, vedono ma non hanno vissuto quella realtà, non sanno cosa significhi la mentalità del paesino, quante vite si ditruggono per questa paura che aleggia ovunque.

Non hanno idea di quanta povertà REALE esiste in Italia, di cosa pensino questi nuovi poveri.

Un amico restò basìto nello scoprire che a Terzigno tutti si conoscevano fra loro. Ma dai?!

Un altro mio amico non riusciva a concepire l’idea che in alcune province Campane ancora ci si sposi a 15-16 anni per riparare al “danno” (una gravidanza inaspettata…). Altri rimasero di stucco quando videro 2-3 famiglie rinchiuse in un microappartamento dei Quartieri Spagnoli.

Altri ancora non mi credono quando riporto certi discorsi assurdi e spesso squallidi di persone all’apparenza perbene e ben inserite nella Società. Esistono madri incoscienti che abbandonano i figli davanti ad un televisore o per strada, padri violenti che continuano a picchiare moglie e figli restando impuniti ( la denuncia è un’offesa verso tutta la famiglia), uomini e donne legati da relazioni sentimentali gestite quasi del tutto dalle rispettive famiglie, rispettatissimi docenti che spacciano in segreto cocaina perchè a stento riescono ad arrivare a fine mese, fascistelli che spammano blog e pagine facebook dalla mattina alla sera per il mero gusto di compiere un’azione mafiosa e stupida (convinti che in questo modo il Femminismo verà eliminato..certo, certo).

Insomma..c’è del marcio in Italia e se una trasmissione elegante, diretta ed educativa riesce a colpire anche questi italiani, facendoli ragionare, capire, dibattere, non posso che congratularmi con chi ha ideato e programmato tutto e i commenti cinici che restino chiusi in un baretto del centro tra un amaro e un sigaro. E’ indubbio che non si puo’ apprezzare tutto per partito preso ma neanche demolire ogni cosa perchè non è abbastanza dura la linea presa.

Noi “povera gente” apprezziamo.

Ah altra cosa…non farò mailbombing pacifico come gira voce in molti gruppi Femministi. E’ appena cominciato il loro palinsesto, non credo che una sola trasmissione possa inserire qualunque discorso possibile ed immaginabile, c’è talmente tanta feccia in Italia che non basterebbe un solo anno per elencarli e distruggerli tutti. Inoltre ho visto contenuti femministi e credo che proporre idee va benissimo ma non me la sento personalmente di forzare le cose.

Prosit.

” Il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d’amore”

“Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza”

Ernesto Che Guevara

“Sono un pessimista a causa dell’intelligenza, ma un ottimista per diritto”

Antonio Gramsci

“È ricercando l’impossibile che l’uomo ha sempre realizzato il possibile. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo”

Michail Alexandrovic Bakunin

Stalking e la fine di un amore

.. Non deve per forza finire in tragedia e sangue.

Diretta Radiolina @OFFICINA 99 – 9° FESTA DEL RACCOLTO, Sabato 13 Novembre

9° Festa del raccolto

Il 16 settembre, al CSOA Officina 99, è accaduto qualcosa che tutti i cittadini del quartiere avranno, sicuramente, visto, letto o sentito: la GdF ci ha fatto visita, sequestrando otto piantine e fermando nonché denunciando 6 persone che erano presenti nella cucina di Officina per preparare il cibo della festa Adunata Sediziosa, prevista per la serata.
Non è un caso che ciò sia accaduto proprio quel giorno: il 1° giorno della nostra festa che vuole, da sempre, concentrare l’attenzione sulle attività e sulle pratiche di Officina 99. Una provocazione che ha come scusa quelle piantine che, da almeno dieci anni, sono presenti sul terrazzo di Officina: messe lì e visibili a tutti (anche alla Guardia di Finanza che è di fronte) per testimoniare la nostra lotta antiproibizionista.
Siamo convinti che il proibizionismo sulle sostanze sia la causa del mercato illegale degli stupefacenti e dell’arricchimento di quel malaffare che tormenta la nostra città. Se il proibizionismo fosse abolito, crollerebbero i traffici illegali e scomparirebbe lo spaccio clandestino.
Come in America, molti decenni fa, quando il proibizionismo sull’alcool fece moltiplicare i profitti della mafia americana che si dedicava allo spaccio clandestino degli alcolici e che segnò la fine di quegli affari illegali quando alcolici e super alcolici furono legalizzati.
Il nostro impegno, su questo problema, è fatto di tante iniziative sulle sostanze (come le feste della semina e del raccolto): di ricerca, d’informazione, di riduzione del danno.
Allora perché quell’operazione improvvisa dei finanzieri?
Noi crediamo che il vero motivo sia quello di criminalizzare Officina 99 per tutto ciò che ha rappresentato e rappresenta in città e nel quartiere. Un luogo aperto a tutti, di confronto, d’iniziativa sociale e politica, di produzione ed offerta di cultura alternativa.
Officina si è sempre battuta per il rispetto del territorio, per la sua vivibilità e per la salute dei cittadini: così come fummo in prima linea, con i cittadini di Granturco, per riattivare il campetto sportivo di fronte alla sede della Municipalità, abbandonato al degrado, per restituirlo ai cittadini, per lottare contro la discarica nella Manifattura Tabacchi, così, oggi, siamo al fianco dei cittadini e dei comitati di Ponticelli e Napoli Est contro l’inceneritore che intendono costruire proprio a poche centinaia di metri da qui.
Siamo stati e siamo al fianco dei cittadini per rivendicare una buona qualità della vita, per creare strutture e servizi nei quartieri , migliorare la viabilità, la visibilità, costruire scuole, servizi sociali, luoghi di ritrovo; per chiedere bonifica e riqualificazione; per pretendere investimenti sul lavoro e contro la precarietà; per unirci a tutte le persone che lottano per i propri diritti e per i loro bisogni.
È questo che vogliono criminalizzare: il nostro essere dentro i territori per unirci alle lotte dei cittadini, per esercitare opposizione alle politiche che impoveriscono, ammalano, emarginano le persone. Altrimenti, non si spiegherebbe perché in una città dove le piazze di spaccio sono presenti in tutti i quartieri e conosciute alle forze dell’ordine, si fa un blitz ad Officina, per piantine note a tutti e simbolo di una provocazione politica.
Tutto ciò non ci spaventa né ci farà indietreggiare di un solo passo.
Officina è e resterà un riferimento per tutti quanti vogliono rivendicare i loro diritti e lottare per i propri bisogni. Ai cittadini chiediamo di restare al nostro fianco sulle battaglie reali per l’ambiente, la tutela della salute, per il lavoro, contro la precarietà.
CSOA Officina 99 – Laboratorio Occupato Ska

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Segui la diretta su Radiolina, appiccia ‘a radio!

Le femministe sono solo quattro gatte

Le mani sul culo

Mi rivolgo alle donne presenti al presidio alla rotonda, che hanno subito palpeggiamenti finto-casuali da parte delle forze dell’ordine. Dico questo perché anch’io, in un primo momento, sono stata “spinta” con una mano sulla tetta e la reazione è stata quella di respingere il contatto fisico in maniera secca (ma me lo posso anche permettere perchè sono grossa) e ho urlato “giù le mani dalle donne, maiali!”.

Ma poi mi è venuto il dubbio che quel contatto fosse casuale e ho lasciato perdere. Poi ho visto (e sentito) il video di casematte e ho capito che di casuale non c’era nulla, che quel grosso maiale che spingeva con un pugno la ragazza dell’intervista, ci provava gusto a prendersela con le ragazzine. Dopo il toccamento a me da parte di un altro, ho visto la sua faccia, quella di uno che ci provava un certo gusto sadico all’idea di mettere le mani addosso alle donne. Per questo motivo chiedo a quella ragazza che urlava alla fine del video e a tutte le donne che erano lì quel giorno e sono state trattate con particolari “attenzioni” da parte delle forze dell’ordine, di metterci in contatto per denunciare pubblicamente, come donne, l’atteggiamento sessista e molesto delle forze dell’ordine. Per i motivi di cui sopra, ritengo che atteggiamenti, linguaggi, ideologie maschiliste, vadano combattute in primo luogo con chi ci accompagna nella lotta, maschio o femmina che sia. So bene che questi sono il frutto di una cultura patriarcale talmente radicata e sedimentata nel nostro vivere quotidiano, che è difficile da riconoscere e cambiare. Ma per una ricostruzione a 360 del nostro vivere sociale è necessario affrontare ogni volta che si presenta il problema, altrimenti che senso ha dedicare una tantum qualche giornata alla questione femminile? (mi riferisco alla breve esperienza di magnitudo lady e ledy fest).

Potrete trovare questa testimonianza qui

La giornata c’è ed è il 25 Novembre, dedicata al problema della violenza sulle donne.

Lo dico giusto perchè credo che abbia centrato in pieno: noi donne siamo sempre state scomode durante le manifestazioni e i presidi.

Quante volte ho sentito dire ” ragazze state attente perchè se caricano ci siamo noi” oppure ” Non allontanatevi ragazze, perchè se caricano noi siamo avanti”. I famosi “compagni” che magari anche in maniera affettuosa (secondo loro) tentano di proteggere le “compagne”.

Però quando si tratta di promuovere iniziative simili o di diffondere la voce più che reale ( e provata anche da me..) sulla “rattusaggine” dei cari poliziotti tutti duri e puri, beh…attaccati sorella!

Così come vedo pochissima partecipazione di molti ragazzi antifascisti (antisessisti dunque..no?) a manifestazioni di stampo femminista. Non sento molti uomini parlare del sessismo nella polizia; vero è che è tutto un pacchetto, un tutto incluso, d’accordissimo.

Ma nessuno riconosce realmente la forza di molte donne durante gli scontri di Terzigno, a malapena si interessano delle Mamme e Donne Vulcaniche, ridacchiano o alzano le spalle.

Chi diavolo se ne frega se soprattutto nel  Sud Italia è difficile non sentirsi chiedere durante un colloquio ” Lei è fidanzata?” oppure ” E’ sposata? Intende avere dei figli? Ha dei figli?”.

E le donne assassinate grazie al dilagante sistema mafioso, da Nord a Sud, sono solo numeri e mai volti. Fino a quando succede che la mano di un poliziotto finisce sul culo della tua ragazza, di tua sorella, di tua madre, di tua zia, lì improvvisamente scatta la rabbia, la mano amica che scosta la donna molestata per finire con un testa a testa come i galli nel pollaio.

Poco importa se la donna nel frattempo sta gridando “PORCO!”.

Intanto noi siamo quelle che gridano e scappano perchè hanno paura delle cariche, quelle usate dai giornali con scritte come ” DONNA PICCHIATA DA UN POLIZIOTTO ” hanno picchiato una donna? Male..anzi, malissimo! Ma anche lei verrà usata come dimostrazione palese di una violenza cieca, se arrivano a manganellare le donne..beh..allora siamo a posto. No, stupidi minchioni! E’ indubbio che loro usino la forza contro chiunque!

Durante il Fascismo le partigiane nascondevano i volantini anti Fascismo sotto i maglioncini, fingendosi gravide, rischiando la pelle oppure rischiando di essere rinchiuse in carcere ed essere tranquillamente stuprate, per poi essere restituite alla famiglia, con tanto di zip ancora aperta.

Oppure lavoravano come spie, fingendosi segretarie fasciste di funzionari importanti e nel frattempo mandavano informazioni ai partigiani nascosti, usando qualunque mezzo potesse servire loro. E anche lì succedeva che nessuno osava gridare quando vedevano una compagna portata via in carcere, è un di più.

Solo pochi ne hanno parlato e solo pochi ammettono che è assolutamente inutile fare i gradassi, pomposi e che dire ad alta voce ” sai..c’erano le ragazze, sono dovuto stare calmino mentre caricavano” non solo è patetico ma anche stupido, perchè la scusa è sempre buona per non agire e non ci trovo nulla di male nello scappare mentre una decina se non più poliziotti imbottiti come robocop si scagliano con forza verso di te!

Chiaro?!

Ladyradio è con chi ha scritto questo articolo e ringrazio per aver messo in luce la questione, per me e per molte persone ritenuta molto grave.

Furto alla Tuba

Hanno scassinato e derubato la libreria-shop TUBA.

Per vendetta chi è di Roma ( o chi vuole andare a Roma) sostenga la causa e si presenti venerdì 12 novembre  (dalle ore 19.30 alle ore  22.30) in negozio per il party vendicativo!

Indirizzo:

Via del Pigneto 19, Roma!
tel. 06.70399437

CHE COS’È TUBA:

Tuba è uno spazio dedicato all’immaginario delle donne: alle loro parole e ai loro desideri, ai loro corpi gioiosi, alla loro forza politica.

Abbiamo costruito Tuba su un’idea di erotismo quale piacere profondo di ciò che si è e si fa, come forza rivendicativa in ogni nostro agire. Un erotismo liberato dalle mura della camera da letto, dalla coppia, dalla claustrofobia del buio e inteso piuttosto come esplorazione del sé, come godimento condiviso e diffuso nel nostro vivere quotidiano.

Tuba è dunque molte cose in una. Prende forma in relazione alle donne che la attraversano – e nel farsi luogo di incontro vuole dare visibilità alle produzioni di donne che contrastano le abitudini, le discriminazioni, l’oggettivazione, lo sfruttamento.

Tuba solletica le voglie e stimola la creatività attraverso libri, riviste, giocattoli erotici, giochi, cosmetica e accessori. È un luogo fisico – un negozio gestito da donne e pensato per le altre donne – e uno spazio virtuale insieme. Tutti gli oggetti in vendita nel bazar erotico rimandano a un’idea di sessualità positiva, giocosa, divertente, soddisfacente, lontana da contenuti offensivi e svilenti. Nella (per ora) piccola libreria delle donne troverete sia narrativa che saggistica, oltre ai fumetti, all’illustrazione e alla fotografia. Al Pigneto, il quartiere che abbiamo scelto per aprire il nostro negozio, organizziamo workshop, presentazioni, mostre ed eventi.
Uno spazio gestito da donne per le donne aperto a tutte e tutti coloro che vogliano divertirsi, informarsi e sperimentarsi.

IO NON CI STO: Basta con il voyeurismo mediatico sui corpi delle donne

LETTERA APERTA AI MEZZI DI INFORMAZIONE ITALIANI

“Siamo stanche e siamo indignate.

Non solo siamo state offese dai recenti comportamenti dei politici nei nostri confronti, ma anche e soprattutto dall’atteggiamento ipocrita di molti mezzi di informazione che, anziché limitarsi alla denuncia, hanno ossessivamente diffuso immagini e video soft-pornografici, nell’ennesima profusione gratuita di corpi di donne svestite in pasto agli sg…uardi di tutti.

Ci e vi chiediamo: dove finisce il corretto dovere di cronaca sulle vicende di chi ci dovrebbe rappresentare politicamente e dove comincia il perverso gioco al solletico del voyeurismo del pubblico?

Se non iniziamo a comprendere che è, in primis, attraverso i media che si perpetra la subcultura pruriginosa e sessista che da tempo ci ammorba (siamo al 74° posto per le pari opportunità nel mondo e definirci anche solo civili da questo punto di vista sta diventando un problema), in questo Paese non cambierà mai nulla. Muteranno le facce, ma non la sostanza.

Vi chiediamo di smetterla di sfruttare il corpo delle donne in modo così massiccio e gratuito e vi chiediamo coerenza. Non è mercificando o approfittando dello squallore che lo si potrà combattere, poiché questo è il modo migliore per riprodurlo all’infinito.

Siamo stanche e siamo indignate. Di chi con una mano denuncia e difende i nostri diritti e con l’altra usa il nostro corpo svestito come specchietto per le allodole per attirare il suo pubblico.”

Lettera promossa dalla campagna IO NON CI STO agli stereotipi*

SE ANCHE TU, DONNA O UOMO, CONDIVIDI QUESTE PAROLE PUOI:

– Aderire a questo evento e firmare la lettera aperta con nome, cognome e città (oppure blog/sito) nei commenti a questo post: http://www.donnepensanti.net/2010/11/io-non-ci-sto-basta-con-il-voyeurismo-mediatico-sui-corpi-delle-donne-firma-e-passaparola/

– non comprare testate o guardare programmi che sfruttano il voyeurismo del corpo delle donne

– scrivere alle redazioni ogni qual volta noti un servizio dove il corpo delle donne viene usato in modo gratuito, manifestando il tuo dissenso

Ti chiediamo inoltre di diffondere questo testo, passando parola.
La lettera verrà inviata al maggior numero possibile di testate.

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*IO NON CI STO agli stereotipi è una campagna promossa da Giorgia Vezzoli – Vita da streghe, Francesca Sanzo – Associazione Donne Pensanti, Maria Grazia Verderame – Un altro genere di comunicazione e Lorenza Garbolino – Una nuova era. Lanciata con un’iniziativa di protesta nei confronti del programma tv La pupa e il secchione, la campagna si propone di abbattere le gabbie degli stereotipi di genere presenti sui media per favorire la diffusione di una cultura e di una mentalità paritaria. Manifesto della campagna è un testo poetico che reclama la dignità della donna sui media e che chiunque può diffondere all’interno dei propri blog, siti o nelle iniziative a favore delle donne.

Leggi e diffondi il manifesto-poesia:
http://vitadastreghe.blogspot.com/2010/05/io-non-ci-sto_10.html
Contattaci:
info.iononcisto@gmail.com

>>>> PASSAPAROLA <<<<

Potrei mai dire a questo punto, io, che sono migliore di loro?

Segnalato da Michele

“Quello che è successo dopo la battuta di Berlusconi sui gay mi ha spinto a fare una riflessione. […]

Invidio sinceramente quanti in questi giorni hanno rimproverato in nome della superiorità morale le parole e i comportamenti del Presidente del Consiglio. L’invidio perchè invece io ci vedo il peggio di quello che a volte diciamo, facciamo o anche solo pensiamo. Proprio noi, noi maschi, adoperando certe espressioni da caserma non abbiamo la delicatezza di accorgerci che qualcuno attorno a noi è profondamente turbato. Ma anche noi professionisti dei media che neanche per un attimo, ad esempio, ci siamo ricordati che Ruby prima che una bella donna da concupire è una ragazza minorenne, problematica e in fuga. E fino a poche ore fa tale era: una che potrebbe essere semplicemente nostra figlia. Una figlia fragile, malgrado le apparenze. Cosa penseremo se qualcuno di noi ironizzasse, ammiccasse o, peggio ancora, approfittasse di nostra figlia? Continueremo a darci di gomito? Continueremo a pubblicare queste fotografie, questi filmati hard vergognosamente sdoganati solo dal fatto che erano passate poche ore da che compisse 18 anni? Anche per questo, per il modo indegno con cui abbiamo trattato e strumentalizzato la fragilità di Karima ( vero nome di Ruby ndLadyradio) io non mi sento meglio del nostro Presidente.

Ma proprio per questo gli vorrei chiedere, sommessamente, di non rivendicare davanti alle telecamere i nostri difetti, le nostre miserie, le nostre PORCATE (bisogna chiamarle anche così, col loro nome: PORCATE), come qualcosa di cui vantarsi allegramente. Ci sono cose di cui tutti noi dobbiamo semplicemente vergognarci. Cose di cui chiedere scusa, cose  inconfessabili perfino a noi stessi. E se qualcuno ce le deve perdonare questo qualcuno ha la lettera maiuscola.

Aggiungo per chiudere, e mi scuso mentre lo faccio, una cosa personale: da tanti anni nella mia libreria hanno un posto speciale due grandi artisti: si chiamano Pier Paolo Pasolini e Giovanni Testori. Due gay. Meglio, due omosessuali. Ma soprattutto e innanzitutto due grandi Maestri che purtroppo sono scomparsi.

I miei figli, e qui mi tiro in ballo personalmente, quella presenza scandalosa l’hanno sempre avuta sotto gli occhi, ne sono stati contagiati e mi hanno visto e mi vedono continuamente ricorrere ai loro libri in cerca di spunti, di riflessioni, di idee, magari anche per dire meno banalità possibili (amesso che io ci riesca).

Allora oggi che non ci sono più, di Pasolini e Testori mi mancano: la lucidità, l’intelligenza, la compassione per gli altri e persino la loro scandalosa passione per Cristo.

Potrei mai dire a questo punto, io, che sono migliore di loro?”

Massimo Bernardini

Tv Talk

6/11/2010

I Macho Men

Denunciate, denunciate tutt*!

Sinceramente sto cominciando a pensarla come l’ultimo dei qualunquisti. Denuncio a chi? A quale merdaccia violenta?

Gira tanto questo video, l’ho visto e rivisto diverse volte.

Non per morbosità, intendiamoci ma per studiare LUI, il Sig. Emanuele Ricifari.

Mi ha dato da pensare il modo in cui è scattato: alla frase “questo è folle” non ci ha visto più. Ho già visto simili scene, di uomini che alla parola “folle” scattavano come ossessi, pronti a vendicarsi di tale diffamazione.

Come mai lo colpisce così tanto? Che c’è?

Forse perchè Mr Ricifari ha già dato prova di pazzia ben orientata contro qualche collega? Certo che sì.

Come al solito torniamo a Genova, al G8 che tutti conosciamo, in quella scuola che tutti conosciamo (si spera).

Guarda un po’ Ricifari è coinvolto nel mobbing di un collega ( Federici), definito “comunista” con astio e rabbia da parte di fascistoidi in divisa, fieri della loro azione sanguinolenta. Federici è stato costretto a lasciare il suo impiego.

I comunisti sono dunque coloro che non tollerano azioni violente gratuite, nè tantomeno si piegano a 90° per proteggere e servire 3-4 potenti che intanto li accontentano con qualche balletto e qualche euro sotto banco. Come dare l’osso a un cane affamato, peccato che l’osso sia di gomma.

Riporto le parole scritte da Orlando Botti, sindacalista della Polizia di Stato di Imperia pubblicata sulla rivista “Diario” di Enrico Deaglio:

Io poliziotto movimentista…

Sono un ex ispettore della polizia di Stato che a suo tempo ha dato un contributo al varo della Riforma della polizia 121/81 conquistata sul campo con gravi rischi personali (carcere militare, trasferimenti, espulsione dal Corpo delle guardie di p.s.). Certo però, allora come oggi, che la Costituzione è la base della vita democratica. Scrivo con la morte nel cuore in relazione al “caso Federici” cioè l’espulsione dalla polizia dell’agente che ha avuto il coraggio e la dignità di affermare elementi di condotta democratica ma altresì parole naturali per chi vive in uno Stato non dittatoriale e cioè che partecipare a una manifestazione qualsiasi in maniera non violenta sia un principio basilare per la convivenza civile. Sembra un’affermazione pleonastica ma non è così. Alcuni suoi colleghi lo hanno denunciato ai loro superiori che hanno deciso di cacciare dalla polizia questo corpo estraneo. Logica vorrebbe, e legge vorrebbe, che corresse l’obbligo ai superiori di denunciare l’apologia di reato posta in essere dai denuncianti in quanto avevano nominato Benito Mussolini come risoluzione del caso… Questa omissione la dice lunga sul principio etico-morale di lorsignori. Al momento del varo della Riforma tutti noi movimentisti credevamo di aver iniziato a costruire un’autostrada che avesse per primarie parole comportamentali quelle di dignità, etica, diritto/dovere, principio, solidarietà, giustizia. Forse ci eravamo sbagliati: basta osservare, dopo i fatti del G8 a Genova, il comportamento dei massimi vertici della polizia. Ancora oggi, ed è veramente incredibile, non si sa chi ha dato l’ordine di attaccare la Diaz… Questi comportamenti irresponsabili conducono soltanto a confusione e a altri eguali atti. Io ho trascorso anni come segretario provinciale del Siulp di Imperia ma non avrei mai immaginato che un appartenente al mio stesso sindacato si comportasse come Emanuele Ricifari, che di fatto ha contribuito all’allontanamento di Federici. Mi auguro che siffatto personaggio abbia la dignità di dimettersi dalla sua carica sindacale prima di essere denunciato ai probiviri dello stesso. A tal proposito mi piacerebbe sentire la segreteria nazionale: può ancora mantenere al suo interno un elemento del genere? D’altronde basta osservare da chi siamo guidati al più alto livello per capire certi comportamenti: cosa ci possiamo aspettare da un ministro che si pulisce il deretano con la bandiera italiana? Se passa questo messaggio mediatico vuol dire che può passare tutto.
Non basta dire “difendiamo la polizia”: bisogna con forza affermare che qualsiasi appartenente compia violenze comprovate deve patirne le conseguenze penali. Non mi sembra un concetto rivoluzionario ma un principio basilare per affermare la valenza della parola giustizia. Grazie per la rilevanza data dal vostro settimanale al caso di Federici, che mi auguro sia reintegrato al più presto, perchè ritengo obbligatorio avere delle persone così mature all’interno della polizia di Stato. Altresì mi auguro che il Siulp e anche gli altri sindacati si occupino di questa triste vicenda e che non solo facciano valere il concetto democratico di reintegro ma che siano sempre più vigili affinché atti vergognosi non si ripetano più. A tutti vorrei ricordare che l’immenso Franz Kafka ha detto: “Affermare il progresso non significa che un progresso ci sia già stato”.
Orlando Botti, Imperia

E Kafkiano è tutto quello che sta succedendo in Italia.

Spero siate contenti italioti per aver incitato il ritorno di Mussolini. Godetevelo!

Riguardo questo argomento, straconsiglio l’acquisto di questo libro. Da diffondere immediatamente.