La noia e i ricatti

Una giovane donna di 27-28 anni è madre.

Non lavora, non studia (più) , si è sposata molto presto ( per gli standard moderni) con un ragazzo all’epoca disoccupato ma pieno di speranze ed energie.

Adesso lei è ingrassata tantissimo e non riesce a smaltire più i chili in eccesso. Ha un bambino di 3 anni, delizioso anche se molto viziato dai nonni.

Lei trascorre le giornate scandendo i ritmi e i tempi del figlio, non riesce a trovare lavoro, perchè qui al Sud è molto difficile riuscire a trovare un impiego (anche temporaneo) decente se hai sfornato un bebè e se non hai neanche un curriculum stracolmo e superfantastico.

La suocera l’aiuta costantemente ma..come?

Almeno 4 volte a settimana riceve una sua telefonata di primo mattino ” Sto andando a fare la spesa, ti compro questo? Vuoi quello? C’è uno sconto sulla carne” ecc.ecc.

La spesa viene così selezionata e scelta dalla suocera, la quale nel frattempo lavora e si occupa anche di tutti gli altri parenti, soprattutto quelli anziani e “acquisiti”.

La ragazza quando esce, lo fa con la suocera.

Quando deve portare il bambino in giro, lo fa con la suocera.

Quando deve essere vaccinato o per i controlli medici, lo fa con la suocera. O con il marito che baderà a portare il figlio dagli amici dello zio che è medico pediatra.

Lei non si muove, resta ad aspettare fuori, perchè il figlio è parte integrante della famiglia di lui.

Cosa farà mai questa giovane donna per distrarsi?

Corsi di cucito, di ricamo, di cucina. Li paga la suocera.

Il marito intanto lavora, non guadagna tantissimo ma tanto il mutuo lo pagano i suoi genitori.

I genitori e i parenti di lei non abitano in città, sono sparpagliati per il globo e poco curano i suoi interessi.

La ragazza dunque non puo’ neanche ogni tanto staccare dall’altra famiglia, è costretta a vivere in quel Mondo, in quel modo.

Così annoiata, impigrita e stanca, corre dietro al bambino con la speranza di riuscire a mettere in pratica questi famosi corsi che perlomeno le hanno dato un attimino di libertà.

Ma quando la ragazza studiava e si preparava per questi corsi, il marito cosa faceva? Le telefonava ad ora di cena per sapere cosa gli avrebbe mai cucinato, era affamato, aveva lavorato tutto il giorno e pretendeva almeno un piatto caldo.

Lei dunque sentendosi in colpa perchè “nullafacente” e arenata nelle grazie della suocera, sgobba anche a cena e dopo pulirà tutto, pulirà il bambino, lo metterà a letto, mentre il papà si godrà il bimbo ormai già sistemato.

” E’ questa la vita che mi aspetterò? Sarà sempre così?” mi disse un giorno. Io non sapevo proprio cosa risponderle.

Ovviamente ho anche ascoltato commenti di amici vicini alla famiglia di lui.

Moltissimi suoi parenti la considerano un’approfittatrice, perchè? Perchè lei plagia la suocera per ottenere soldi da spendere e spandere in corsi inutili, per la spesa, per i vestiti del bambino.

Inoltre all’inzio del loro rapporto, lei era anche vista come la cattiva ragazza, perchè non aveva la sua famiglia qui, era studentessa fuori sede, fumava sigarette, vestiva in modo bizzarro, amava uscire e divertirsi, spingendo il povero ragazzo verso la perdizione.

Una volta rimasta incinta…ecco che tutt* gridarono allo scandalo, lei lo aveva incastrato. Mah.

Adesso che è mammina modello, angelo del focolare, hanno immediatamente trovato qualche altra colpa.

Se avesse lavorato, le avrebbero affibbiato il simpatico soprannome di “cattiva madre”, perchè troppo presa da se stessa, una egoista.

Ecco.

Nel caso di separazione questo tipo di donna per moltissime persone dalla mentalità ristretta, dovrebbe anche prendersi la colpa del mantenimento. Mentre lei cresceva e puliva la cacca del bambino, lui si godeva i momenti felici, quelle poche ore libere da spendere con il bebè, le partite di calcio guardate insieme la domenica (anche se piccolissimo), le fanfare di fronte ad amici e parenti, mostrandolo con orgoglio come se fosse stato un suo lavoro.

Lei grigia, obesa, stanca e sfatta, lui sereno, contento, magro.

Intanto lei cosa mai vorrebbe? Un altro bambino no? Perchè senza figli lei non serve a nulla se non a fare la moglie di.

A 27 anni.

Noi non maritate e senza figli abbiamo altri pensieri, forse anche più spensierati o più tristi, perchè dobbiamo badare a noi stesse e al nostro futuro, lei invece sembra invecchiata di 20’anni, il suo unico pensiero è il suo bambino, perchè mi dispiace dirlo ma è così che funziona, non puoi pensare a te stessa, almeno per un bel po’, stessa cosa dovrebbe valere per i papà e così è per molte coppie adulte ed emancipate.

Invece vedo ancora carovane di giovani madre disoccupate e rinchiuse nella noia più totale.Quando i bambini andranno in asilo cosa faranno? Baderanno alla casa, al marito, baderanno. Eterne badanti.

I programmi di cucina vanno per la maggiore proprio per questo motivo: la noia.La cucina stuzzica la fantasia, diverte e in più, soddisfa l’esigenza di soddisfare gli altri. La gioia di un ” Mmmm che buonoo sei bravissima!”, il vedere un bel piattone pieno e ben decorato, spazzolato via con soddisfazione.

Poter comprare dei pelati a buon mercato per farci un sughetto mixandolo a spezie e altri sapori nuovi, creare un bruco da vari pezzettini di sendwich, trasformare un cocomero in un porcospino, da mostrare con soddisfazione a qualche amico che arriva per una cena che hai deciso di preparare, nonostante tuo marito sbuffi perchè vorrebbe starsene solo davanti alla tv.

La moglie intanto si fa bella, ma solo per restare in casa o per pochi eventi sempre legati al proprio consorte.

Siamo tornati agli ann’ 50? Sì.

Come mai? Perchè la mancanza di lavoro e di diritti, crea questo: disparità di genere, disparità di classe.

La povertà di un Paese già di per sè maschilista, porta inevitabilmente occasioni solo agli uomini.

Se una donna in Italia vuole farsi valere, desidera costruirsi un futuro, dovrà rinunciare anche a tutto questo.

Dovrò rinunciare al matrimonio, ai figli, rinunce sempre e solo rinunce.

Gli uomini no. In più attaccano anche il mantenimento, perchè tanto…le mogli possono anche restare sole nella loro miseria.

Quando invece le madri riescono a trovare un impiego e a rifarsi una vita, i mariti partono all’attacco. Ha osato addirittura rifarsi una vita?!

Ti sei permessa anche il lusso di andartene da qui, trovare lavoro e vivere serena con un altro uomo?

Sapete quante ne sento di storie simili? Una marea.

Sento anche storie di uomini che si sono rifatti una vita altrove ed ora pretendono , per capriccio, uno o l’unico figlio, togliendo alla ex anche quello. Perchè nasce una vera e propria competizione, un odio verso il partner.

E’ indubbio che non tutte le storie finiscono così, per fortuna. Ma stanno aumentando, così come aumentano i divorzi e i matrimoni. Aumentano le convivenze quasi forzate e la depressione delle donne disoccupate, costrette a cucinare e a sopportare il proprio compagno per “sensi di colpa”. Non c’è collaborazione, non si fanno determinate scelte per piacere e per consapevolezza, si fanno per obbligo. Moltissime donne si trincerano in rapporti noiosi pur di non restare , di nuovo, sole con se stesse.

Allora da qui si vede la mancanza di un elemento fondamentale nell’educazione femminile: la coscienza di sè.

Molte madri non insegnano alle proprie figlie come avere conoscenza e coscienza di sè, l’importanza di non rinunciare mai a se stesse a ciò che si è, a scoprire i propri limiti, affrontarli, giorno dopo giorno, con forza.

La speranza di trovare qualcuno che possa mantenerle è di una tristezza infinita e sì anche figlia di questi tempi bui, tristi e deprimenti, la prova inconfutabile che questa regressione è dovuta ad una crisi profonda , uno strappo culturale bello grosso.

La speranza è quella di non lasciarsi mai andare a simili pensieri e a fare di tutto per non perdere mai la propria dignità.

Io parlo di donne e alle donne perchè sono donna, ma sarebbe anche bello che gli uomini la smettessero di prendere di mira le proprie compagne perchè annoiate, stressate e/o stanche. Alzate un attimino il culetto ogni tanto e aiutatele a trovare una soluzione, date loro una mano, perchè questo significa stare insieme: complicità, patteggiare e giocare nella stessa squadra.

Altrimenti in caso contrario, meglio chiuderla questa relazione e che ognuno scelga di vivere la propria vita senza squallidi e tristi modi per vendicarsi del PROPRIO fallimento con l’altro.

Scaccia il Padre ( e buon Natale)

Da bambina adoravo il Natale ed ero convinta di essere una fervente cattolica, questo perchè tutte le mie amiche erano state indottrinate dalla famiglia. I miei genitori non dissero nulla, mi lasciarono pascolare nel gregge della chiesetta della città, libera di decidere, libera di SCEGLIERE.

Quando mi fu vietata l’ostia sacra perchè non battezzata da neonata, mi stupiì. Quando tutt* mi trattavano male o facevano facce stupite dandomi torti non compiuti da me solo ed unicamente perchè non avevo fatto la comunione, ci rimasi malissimo.

Quando cominciai a credere che Adamo ed Eva fossero leggenda e lo spiegai ad una mia amichetta indottrinata, questa cominciò ad urlare ” PECCATRICEEE!!” e pianse.

Tentai di spiegarle la lezione sull’ Evoluzione che avevo appena studiato ( ed ero anche appassionata di archeologia all’epoca, grazie a Indiana Jones., non me ne volete, ero una bambina) ma nulla potei fare contro l’ ipnosi cattolica. La mia amichetta viveva una paura folle del Sacro, della figura superiore e illuminata. Io me ne fottevo altamente.

L’unica figura che mi piaceva e che amavo salutare quando andavo in chiesa ( con i miei dubbi e le mie rimostranze verso i religiosi ciechi)era quella della Vergine Maria.

Una statua grande quanto me, raffigurante una donna con i palmi della mani aperte, l’espressione tra il malinconico e il felice. Una mamma, una donna. Tutto qui. E non avevo timore di quella figura, non mi faceva tutta questa paura.

Mi inquietavano i Santi : omaccioni accigliati o trafitti da lance, raffigurati piangenti in bocche di leoni, anaconde, una violenza inaudita contornata da quadretti smosci raffiguranti immagini patetiche, desolanti, deprimenti.

Entravi e già ti sentivi in colpa, per cosa? Per tutto. E’ colpa mia se quel povero cristo è appeso a una croce con il sangue che gli cola da tutto il corpo, è colpa mia se quell’altro cristo viene trafitto da frecce appeso a un albero, è colpa mia se quella Santa veste di nero ed è china sulle ginocchia guardando in alto e mai me, non guardano mai nessuno, solo il cielo. Invece la Madonna mi fissava, con le sopacciglia alzate e il sorriso alla Gioconda, mi porgeva un abbraccio. Se non altro lei era meno violenta.

Poi mi documentai sulla sua vita e la trovai estremamente simile a quella di molte donne.

Ogni tanto mia madre aveva lo stesso sguardo della statua, quella malinconia mista a felicità, quel sorriso alla Gioconda, quei pensieri nascosti e mai rivelati.

La stanchezza di chi lavora e quando torna a casa pulisce, stira, lava, rammenda, si preoccupa dei problemi di famiglia, fa i conti e il bilancio di fine mese, fa la spesa, cucina…

I padri sempre trafitti, sempre martiri, uccisi dal lavoro, dalle spese, dalle sfuriate della moglie, dai bambini che rubano il loro spazio, incutono così timore, appesi ad un alberto e con lo sguardo rivolto al cielo.

Intanto la Madonna viene celebrata come figura della madre perfetta italiana, immobile, silenziosa, sempre pronta ad un abbraccio, sempre sorridente, sempre patetica, sempre malinconica. Perchè lei ha dovuto rinunciare al figlio rivoluzionario, ha avuto un figlio senza che le fosse chiesto ( secondo la Bibbia eh..), ha sposato un uomo adulto mentre lei era ancora una bambina, ha dovuto crescere i suoi figli rassettando, pulendo, cucinando, badando alle spese e al bilancio mensile.

Ha seguito il figlio nella sua lotta contro il Mondo, sempre lì pronta, orgogliosa ma anche impaurita. E chissà se avrà mai pensato ” Potevi fare il falegname come tuo padre…adesso avevi un buon lavoro e non finivi in mezzo a tutti questi bordelli politici!”.

Chissà quanto avrà pianto mentre il figlio veniva impalato ai polsi e trafitto, accanto ad altri figli e ad altre madri.

E cos’avrà fatto dopo? Come è invecchiata? Cosa le è successo quando ha perso il figlio più intelligente, quello promettente? E dov’era il Padre?

Il bello è che siamo ancora così, siamo ancora a quel punto. Le brave donne in Italia sono tutte Madonne, esaltate per la loro figura dolce e asessualizzata, esaltate per il loro silenzio sommesso e l’aria patetica. Peccato che anche loro pensano, hanno una vita nascosta che nessuno vorrà scoprire o forse che tutti ignorano. E’ sempre meglio esaltare una parte della Storia, ritorniamo a rendere martiri i padri, perchè loro si sacrificano e le donne..beh. Le donne sono nate per questo, per starsene zitte, lacrimare sangue e diventare così oggetto pietoso. E guai se osi agire diversamente se osi ribellarti o scegliere di non soffrire per le colpe altrui o di rinunciare a tutta te stessa per indossare un saio sbiadito e l’espressione lacrimevole. Guai se osi sposarti e poi divorziare, pretendendo un minimo di rispetto e forse un salario mensile, perchè costretta dal Mondo a non lavorare e a diventare la statua che tutt* osserveranno con tristezza, pretendendo da te qualcosa, anche un abbraccio, come se tu avessi amore da dare, incondizionatamente a chiunque e solo perchè sei stata costretta a vivere così.

Intanto ci sono le meretrici, le pagane, le streghe che continuano ad essere impalate, bruciate e uccise. Perchè hanno scelto di diventare carne, sangue e anima e non un pinocchio gentile e sottomesso.