I bohemien

Quino

Ho letto la risposta di FAS alla lettera di Saviano.

Io fino ad ora ho fumato diverse sigarette, ho preso 3 caffè, ho riflettuto ma ad essere sincera, non è servito.

Il mio cervello funzionerà anche a scatti ma sembra che qui si ripetano sempre le stesse solite cose, la solita solfa per intenderci. Certi discorsi ” i black bloc” i “Ragazzi cattivi e ribelli che sfasciano le vetrine” mi sembrano tanto le minestre che odiava Mafalda.

Puah!

Non la voglio la solita minestra, sa di niente e serve solo a sciacquare lo stomaco.

Io fino ad ora di manifestazioni ne ho fatte aiosa, puntualmente moltissimi neanche sapevano bene perchè fossero lì, altri invece erano più che mai agguerriti e pronti a farsi sentire, altri invece si fasciavano la faccia e davano calci a qualunque cosa. Ho visto cariche di polizia solo a cortei ben etichettati, ossia quelli studenteschi o “ggiovani”.

Adesso alle manifestazioni ci vanno anche anziani arrabbiatissimi, la fascia di età è varia perchè i problemi toccano tutt* e quindi ormai solo pochi pirla credono alla sorita storiella dei pazzi assassini rossi.

Anche perchè i media di destra (e non solo) hanno ricamato sugli scontri a Terzigno, smentiti da diversi documentari ( come Terra Mia di fresca fresca produzione ) e video che hanno spopolato viralmente nella rete.

Ho avuto un’accesa discussione con un amico sul ragazzo dal cappotto beige, sapete perchè? Perchè nonostante io avessi linkato la notizia presa da Indymedia sul fatto che quel ragazzo era un compagno di Roma, minorenne e incensurato, sono stata attaccata sfociando poi in una discussione sul ’68, la Rivoluzione e chi più ne ha più ne metta.

Basta. Ma sono sincera. Basta.

Poi leggo la lettera di Saviano, prontamente pubblicata con onore et orgoglio su Repubblichina.it. Basta.

Per quanto a me Saviano non sta sulle ovaie nè tantomeno dico a chiunque quanto ha smerdato Napoli, trovo insopportabilmente fastidioso il suo tono. Non perchè buonista, no. Perchè mi ricorda questo mio caro amico. Si pontifica su tutto soprattutto seduti su una sedia a guardare lo spettacolo dalla tv o dalla rete.

Saviano poveraccio è sotto scorta e dimentica i suoi trascorsi e le sue vecchie amicizie antagoniste, il mio amico queste amicizie non le ha mai avute, non ha partecipato a nessuna manifestazione contro le discariche nè tantomeno ha avuto il cuore in gola e la rabbia che fluiva nel sangue ribollendo quando hanno arrestato due ciclisti e trattato come cani randagi,quei/lle pacifissim* ragazz*.

Mi fa innervosire non poco il cinismo squallido di chi osserva queste azioni volgavi perchè poco chic, perchè a colori.

Vorrei vedere loro mentre la polizia li circonda, lancia lacrimogeni tossici e ti sputa in faccia solo perchè sei uno di “loro”.

E se ti difendi entri nel mucchio. Se ti beccano a togliere manette e manganello ad una guarda di finanza ARMATA, finisci su Facebook e vieni anche preso per un infiltrato. Diventi un plastico di Vespa virtuale e tutt* parleranno solo di te, mentre sei in prigione e mentre altri 20 ragazzi sono stati portati lì senza motivo. Perchè intanto i fascisti che lanciano molotov e pietre, bruciano i campi rom, sono considerati solo i pazzi, sono degli spostati.

Aleggia intanto l’etichetta ” centro sociale”, perchè secondo la mentalità dei bigotti di sinistra nei centri sociali ci sono solo gli esaltati, i deficienti privi di senso logico, i brigatisti.

Ogni anno ho sempre più la convinzione che moltissime persone odiano Berlusconi perchè si divertono a fare gli investigatori, i reporter, cercano la verità (scritta da terzi) e la linkano ovunque, convint* di aver detto la verità, solo perchè scritta da un pugno famoso o da una testata nota, o forse perchè è bello fare il Travaglio senza sprecare tempo ed energie a cercarla questa verità.

Saviano puo’ scrivere il suo sermone con molta tranquillità, io me ne fotto, la cosa che più mi fa rodere è il classismo di sinistra. E sono felice di essere una rozza ragazza della classe bassa napoletana, fiera di non avere tempo da perdere nel giudicare questo e quell’altro, perchè la cosa che mi preme al momento, nella mia vita e per com’è la situazione attuale politica ed economica del Mondo ( e non solo dell’ Italia) è quella di battermi per i diritti che mi spettano, quelli basilari, tutto il resto per me è solo un bla bla bla squallido, lo lascio fare a chi bene o male, crisi o non crisi, avrà sempre un materasso morbido sotto il culo, perchè mal che vada basta scaricare il film di Bertolucci o Truffaut per continuare il proprio sogno in bianco e nero, dove i miseri operai che lottavano sono così naif, così vozzi, così vibelli.

Ma andate a cagare bottane industriali (cit.)


Siamo tutte puttane. Embè? Sessismo for dummies

SESSISMO spiegato a chi ancora ha le idee confuse:

Chiamare puttana una donna, anche se questa ha commesso un atto riprorevole è SBAGLIATO.

Perchè?

Prima di tutto: le parole hanno importanza, così come i simboli. Calcificano un determinato pensiero e portano dietro sè tutta una serie di reazioni.

Puttana è un dispreggiativo e non una definizione sociale o culturale.

Prostituta è colei che vende il proprio corpo per denaro. Esistono anche i gigolò ma quest’altra definizione ha quasi un suono elegante, affabile, positivo. Un uomo che si prostituisce è un uomo ritenuto fortunato. Un uomo che si prostituisce con uomini e donne, è un pervertito ( sempre secondo la mentalità più comune).

Ora basta porsi una semplice domandina: quante volte avete sentito dire ” Il papà di…è un puttaniere?” oppure ” Il papà di…è un gigolò?”. Penso mai o quasi mai. Parlo di frasi urlate e gridate a cortei e manifestazioni antifasciste eh, non di cori da stadio.

Dire ” quello è un puttano” fa ridere, vero?

Ecco.

Adesso che state cominciando a capire..vi porrete la domandina solita ” Sì ma..se una donna compie un’azione del genere, perchè giustificarla? Fa sempre schifo, no?”. Bene. Se una donna si prostituisce lo fa per motivi che tu, abituat* ad essere cresciuto in un determinato ambiente, non conosci. Ci sono anche donne costrette a prostituirsi oppure donne cresciute con l’idea che il proprio corpo è uno strumento.

Mi spiego:

Una donna vuole lavorare. Accetta le avances del capo e dei colleghi, si bea di fischi e apprezzamenti. In quel momento lei pensa ” sono attraente e la cosa mi rende felice” loro pensano ” lei sorride, quindi secondo me, ci sta!”. Inevitabilmente la donna diventata oggetto del desiderio di molti colleghi e/o del suo stesso superiore, non sarà più considerata come un essere umano ma solo e semplicemente come un corpo, privo di intelletto e quindi meno capace.

La donna in questione invece crederà che gli ormoni maschili l’aiuteranno ad avere un avanzamento di carriera, perchè crederà fermamente che gli uomini siano dei pirla. Quindi questa stessa donna, continuerà ad usare tattiche sessuali per cogliere l’attenzione di tutti e sì anche per facilitarsi nel lavoro. Intanto però la sua aura di donna facile e oca, diventa sempre più fitta e spessa.

Mettiamo il caso che la donna ha un rapporto sessuale con il suo superiore, non provando attrazione fisica per lui, nè tantomeno amore e/o rispetto o stima.

Il capo potrà a) fregarsene e lasciarla inerme dopo il rapporto sessuale b) lasciarsi andare e regalandole un avanzamento di carriera per farla contenta, per zittirla e tenerla al guinzaglio dalla sua parte. Lo stesso capo dovrà essere accorto e capire che quella donna vorrà un favore e che sta utilizzando il suo corpo con un unico scopo: una promozione.

La stessa donna non dovrà però essere troppo fruba, perchè potrebbe aspirare al posto del capo.

Lo stesso penserà così a diffondere le malelingue su quella donna, facendo battute, ammiccamenti in pubblico, risatine con gli altri ragazzi/uomini, guarderà il sedere della donna compiacendosi, insomma…farà intuire ai suoi sudditi d’ufficio che lui ha fatto centro. In questo modo i colleghi della donna odieranno lei e ameranno lui. Perchè? Perchè il capo li ha resi complici del fattaccio, li ha ipnotizzati con la solita favoletta che lei è PUTTANA e lui è pur sempre un uomo.

Chiaro?

Non ancora? Ok.

Lei è una segretaria e i colleghi fanno gli stronzi al lavoro, vessandola e fischiandole il deretano. Lei si infuria e parla con il suo superiore (maschio), spiegandogli che in ufficio i colleghi fanno i cretini invece di lavorare. Il superiore è un pezzo di merda e le dice di essere più sciolta.

La donna non rinuncerà al suo posto di lavoro, nè tantomeno alla sua dignità. Così manda a cagare i colleghi oppure cerca di farseli amici, facendogli capire chiaro e tondo che non rinuncerà alle gonne, nè tantomeno alle camicette, solo ed esclusivamente per essere lasciata in pace.

La donna svolgerà un ottimo lavoro, aumentando il profitto dell’azienda/ufficio ma non riceve alcuna promozione, anzi! I suoi colleghi di sesso maschile hanno uno stipendo nettamente più gonfio.

Lei si rivolgerà ad un collettivo femminista e ad un sindacato, lo spiegherà perbene al suo capo e pretenderà parità. Lotterà e si impegnerà affinchè riceva quanto le spetta e sì anche una promozione. Lui rifiuta? Bene. Lei minaccerà di mandare tutto ai giornalisti, di chiamare sindacati e collettivi femministi e di creare un picchetto sotto la sua azienda/ufficio, perchè quanto fa è illegale.

Ecco.

La donna che ha usato il suo corpo non è stronza, cattiva, PUTTANA. Semplicemente non sa e in più ragiona come lo stesso stereotipo maschile che si tramanda da sempre, soprattutto in Italia. Dietro la parolaccia PUTTANA si nasconde tutto questo, uomini che vogliono affossare le donne. Se una donna usa la stessa parola , è lei stessa vittima di quello stereotipo, è la pacca sul culo, il fischio (come si usa con i cani) mentre passeggia, la molestia sessuale dovuta ( perchè indossi i tacchi), la battuta squallida, l’idea che sei inferiore perchè hai una vagina, l’idea che sei pazza, nevrotica, stupida, tonta, l’idea che non sai neanche cambiare una lampadina, perchè da sempre ti hanno insegnato a credere che tu sei menomata, hai u handicap: la vagina.

Quindi usare un simile termine, usare queste parole, ti rende uno stereotipo sessista.

Se una donna compie un’azione illegale, merita un processo e sì anche la galera. Ovvio. Ma da qui a lapidare le persone uomini o donne che siano, ce ne vuole. E le parole…come ho dimostrato sopra SONO IMPORTANTI. Ci sono tante donne che mi fanno ribollire dalla rabbia e vergognare anche. La Palin su tutte che osa anche definirsi femminista o la Pizzey che ha scritto certe schifezze..da far salire i brividi! Ma non le chiamo Puttane. Non le chiamo Troie. Non le chiamo, punto.

Provate a cercare PUTTANA su google immagini.

Ora provate a cercare DONNA su google immagini.

Ora provate a cercare GIGOLO’ su google immagini.

Ora provate a cercare PROSTITUTO su google immagini.

Ora provate a cercare PUTTANIERE su google immagini.

Ora provate a cercare PUTTANO su google immagini.

Bene.

Le parole sono molte volte simboli.

Grazie.

E fatevi ‘na risata, troie!

La prova che voi non avete mai fatto una manifestazione seria? I vostri commenti ridicoli e la mania da complotto.

Mi sono sempre fatta delle grasse risate ( e risatine a denti stretti) quando leggevo il blog Spinoza. Ora spopolano le foto comico-ironiche sulla manifestazione del 14 Dicembre.

Ma cosa c’è da ridere? Si nota che la comicità è forzata, spinta fin troppo oltre e con didascalie infantili, da ragazzetto o da maniaco del web.

E quante persone ridono divertite a queste cavolate? Moltissime.

Non c’è proprio niente da ridere. E’ inutile applicarsi sullo scandalo degli infiltrati, sapete quanti erano prensenti al G8 di Genova? Sapete quanti si fingono i cattivissimi black bloc? Ma avete una vaga idea di quanti agenti della Digos sfumacchiano divertiti vestiti in borghese ( ma sgamatissimi, come diciamo noi giovini d’oggi) mescolandosi tra la folla  durante manifestazioni pacifiche?

Inoltre: a cosa serve dare della puttana alla venduta Polidori? Mi spiegate perchè questo nome ” PUTTANA” sia considerato disgustoso?

Se qualcuno mi da della puttana, non reagirei certo come se fosse una delle cose più gravi che mi abbiano detto. Rispondo sempre ” e tu sei un/una puttaniere/puttaniera” ma guarda caso lì nessun* si offende mai. Un conto è consumare, un conto è chi si da per danaro. Allora siete anche voi bigotti?! Anche voi guardate disgustati e un po’ eccitati quelle povere criste che si beccano fame, gelo e cinghiate mentre aspettano l’uomo di turno che se le carica?

Io alla Polidori non la considero una prostituta , la considero semplicemente una donna venduta, perchè lei non vende il suo corpo, vende la sua dignità di essere umano, i suoi valori, per un pungo di accordi e soldi. E come li chiamate gli uomini che si sono venduti per gli stessi motivi? Puttani? Troii? Come? Fatemi capire.

La cosa simpatica è che noto un accanimento sulla Polidori, un accanimento feroce, eppure il Premier è lì, sorridente, perchè mentre voi eravate seduti, in attesa dei voti con la speranza nel cuore e il magone intriso di ansia e rabbia, a Terzigno caricavano altri civili, qualche donna è stata fatta fuori e gli studenti venivano chiusi come topi in trappola in Piazza del Popolo. Mentre voi modificate le foto ( diffondendo volti e corpi PRIVATI etichettandoli secondo il vostro becero umorismo da quattro soldi), i feriti e i ragazzi arrestati hanno cicatrici sul cuore e su tutto il corpo. Voi intanto ingrandite la foto del guantino rosso a strisce bianche, nel frattempo però alzate il culo e partecipate!

Credo che se un simpatico omaccione-cane-guardio in tenuta antisommossa vi avesse spaccato il cranio senza alcun motivo, ma solo per colpire nel mucchio, per creare caos, avreste trascorso il vostro tempo in ospedale a riflettere e a pensare che sì siamo in piena dittatura e sì, fa schifo.

Fa proprio schifo il fascismo. E fate schifo voi che non avete rispetto per le compagne che erano lì, rischiando grosso e che lo fanno sempre, non solo un giorno all’anno ma sempre.

:::E fidatevi tra molte immigrate che hanno avuto il coraggio di ribellarsi e di lottare, ci sono tante puttane e non credo che vogliano essere accostate a donne come la Polidori, la Gelmini ecc.ecc.:::

Post 2: L’antifascimo a metà

La bimba di serie B

Tanti anni fa vidi un documentario sulle tribù cannibali dell’ Amazzonia, le poche sopravvissute durante gli anni ’50. Uno studioso ricordava perfettamente un’intervista che fece a questa popolazione, molti gli chiesero ” come ha fatto a sopravvivere?” lui rispose ” Ero bianco, semplice! Noi eravamo definiti quelli contati, il cannibalismo era una pratica consentita solo verso popolazioni delle tribù nemiche, si sacrificavano i soldati rapiti, se avessero mangiato un bianco o uno straniero, si sarebbe scatenato l’inferno e tutti i bianchi li avrebbero uccisi”.

Peccato che questa popolazione simil-primitiva, non sapesse che simili pratiche esistono anche in una civiltà che si fregia del titolo di CIVILIZZATA.

Basta vedere i fatti di cronaca più recenti del nostro belpaesino: una ragazza scompare nel ricco e rispettatissimo Bergamasco, un’altra ragazzina è stata uccisa brutalmente e cannibalizzata dai media per mesi, intanto però un’altra ragazzina sparisce, ma attenzione! E’ di origine rumena, vive nella miseria e dunque a nessuno importa poi così tanto. Non è una bambina contata, ha poca importanza sociale, non fa audience, a nessuno potrà mai importare una storia simile, tanto si sa, queste ragazzine sono già condannate dalla nascita. Nessuno cerca una pista possibile, si fingono grandi ricerche ( la polizia napoletana ha già dimostrato la sua linea politica, se manganellano e caricano dei ciclisti, se cacciano a calci zingari e rom dai loro campi guardandoli anche con disprezzo, temo che se ne stiano buonini buonini nelle loro casermucce).

L’ipotesi è la fuga volontaria, la ragazzina era costretta ad elemosinare e si è finalmente ribellata. Magari voleva vivere una vita normale, poter studiare, indossare gli abiti che voleva, comprare un cellulare o almeno litigare per averne uno, avere uno stupido profilo facebook, chattare con gli amici, innamorarsi di un coetaneo senza rischiare lo stupro da parte di un adulto, ribellarsi ai genitori per un suo ideale e non per la libertà di VIVERE.

Eppure..la notizia appare solo su un quotidiano online locale.

Nessun gruppo facebook per aiutare a trovarla, nessuna patetica frasetta contornata di angeli glitterati, foto di Madonne pietose, nessuna immaginetta sacra, niente di nulla di nisba. NIENTE.

Complimenti alla cattolicissima Italia, alla splendida e meravigliosa Terra di Pace, Amore e Tolleranza.

ladyradio consiglia: per Natale

Mò ven Natale, nun teng na lira, me fumm’ na’ pippa e me ne vac a cuccà.

Arriva il Natale, non ho denaro, fumerò una pipa/canna/sigaretta e andrò a dormire.

Ergo vi suggerisco pure gli acquisti, vi fò da personal shopper (mò se port), premettendo che nessun* mi pagherà per questi spot, però vi assicuro che mentre vi scrivo sono nuda, a prescindere da quanto sto promuovendo ( il nudo per promozione va fortissimo).

Quindi amiche/amici, appizzate gli occhi:

MINICOMICS ARPANET

ALESSIO SPATARO-a dx(eh lo so..lo so..) trovate i vari fumetti da poter acquistare online

I Libri di Tuba:

Patty Smith, JUST KIDS, Feltrinelli 2010

La sacerdotessa del rock ripercorre i sentieri che dall’infanzia a Chicago la portano a New York dove incontra Robert Mapplethorpe… Lei con la letteratura nella testa e la musica ancora da scoprire, lui non ancora fotografo, cattolico, alle prese con la propria, nascente, omosessualità. Intrecciano un cammino di arte, di devozione e di iniziazione. Insieme scoprono che rock, politica e sesso sono gli ingredienti essenziali della rivoluzione a venire. Just kids è la confessione di una delle più grandi protagoniste del rock americano, di un’originale poetessa, di una musa, di una donna che ha saputo vivere ai margini delle convenzioni senza precipitare nella maledizione.

Carla Lonzi, TACI ANZI PARLA, Diario di una femminista, Et Al. 2010

Dal 1972 al 1977 Carla Lonzi affronta il compito di tenere un diario, sottoponendosi a una lunga iniziazione all’autenticità, a una libertà che si nutre di autonomia e non di opposizione, così forte da essere insieme piena responsabilità verso gli altri. .Taci, anzi parla è una pietra miliare, uno dei punti più alti del femminismo, e non solo in Italia, un punto di riferimento inesauribile per i problemi di una donna che voglia prendere coscienza di sé, un trattato di pensiero non ideologico, una delle rare ‘guide’ contemporanee che insegna la via della propria trasformazione.

Merce Rodoreda, GIARDINO SUL MARE, Nuova Frontiera 2010

Considerata – per lo stile e l’efficacia descrittiva – una nuova Virginia Woolf, politicamente impegnata nell’attività antifascista e antifranchista, è la scrittrice più letta e tradotta della letteratura catalana.

Didier Eribon, SU QUESTO ISTANTE FRAGILE, Homo Legens 2010

Il 5 giugno 2004 il sindaco di un piccolo comune del sud della Francia sposa una coppia di uomini, spiazzando sia il Partito Socialista che le diverse correnti della psicoanalisi. Didier Eribon descrive la cronaca, da gennaio ad agosto, di quel 2004: i limiti della legge sui PACS; il sorgere della mobilitazione in favore dell’uguaglianza dei diritti; la stesura da parte sua del Manifesto che ne fu all’origine; il lavoro di un collettivo di giuristi per una nuova interpretazione del matrimonio; i dibattiti tra gli intellettuali; le reazioni dei partiti, della chiesa e della psicoanalisi.

Antonella Lattanzi, DEVOZIONE, Einaudi 2010

Devozione è il primo romanzo di Antonella Lattanzi, un libro capace di mettere a nudo le debolezze e le dipendenze di tutti raccontando la dipendenza per antomasia, quella dalla droga. Un romanzo sulla droga che è anche una storia d’amore e di rapporti difficili e ambigui – quelli tra uomo e donna, genitori e figli – e una storia avventurosa, ricca di colpi di scena. A raccontarla una giovane autrice la cui scrittura, insieme commovente, ironica, cruda, sorprende per la sua originalità e la sua forza.

Sophie Bassignac, GLI ACQUARI LUMINOSI, Einaudi 2010

Ipocondriaca e plurifobica, Claire Brincourt vive a Parigi, rinchiusa tra le pareti del suo appartamento. La sua vita si svolge dietro i vetri delle finestre da cui, spettatrice, osserva le vite degli altri. A rompere l’isolamento, l’arrivo nello stabile di Ishida, misterioso giapponese con cui Claire stringe amicizia. Ma a entrare nella vita della gente, si finisce per intuirne i segreti. E così Claire inizia a interrogarsi su Ishida. Chi è veramente? Perché si è trasferito in quell’appartamento a Parigi? E perché non parla del suo passato? Per scoprirlo Claire dovrà scendere in strada, entrare in metropolitana, pedinare, mettere da parte le fobie, e affrontare la vita come viene.

Sapphire, PRECIOUS, Fandango 2010

Con il suo linguaggio illetterato e sconnesso, Claireece Precious Jones racconta la sua storia…Precious ha 16 anni ma ne dimostra almeno 30, è nera, povera e grassa. Tutti la credono ritardata e si disinteressano di lei finché non si accorgono che è incinta e la puniscono con l’espulsione. Precious è incinta, per la seconda volta, di suo padre: a 12 anni ha messo al mondo una bambina down, frutto dell’incesto. Ma Precious, pur semianalfabeta, è intelligente, curiosa, percettiva: :la sua insegnante, Miss Rain, le insegnerà a leggere e a scrivere incitandola a tenere un diario. È l’inizio di un inferno, ma anche di una redenzione: le prime, incerte parole che Precious faticosamente mette insieme compongono un quadro di indicibile violenza e povertà, ma nello stesso tempo materializzano sogni, sentimenti e desideri.

Margherita Giacobino, L’UOVO FUORI DAL CAVAGNO, Elliott 2010

Un tenero e comico viaggio al termine dell’adolescenza. Gioia è precoce, curiosa e dotata per mettersi nei guai. Le piacciono le bambine, ma non i giochi da bambina…A quindici anni l’amore per Stef, bella e traditrice, scoppia come una guerra, e Gioia, colpita al cuore, esala l’ultimo respiro; dalle sue ceneri nasce Dolores, la regina dei dolori, ferita e bugiarda, oscura e fantasiosa, creatrice di mondi violenti e apocalittici che diventeranno immagini a fumetti. Un romanzo divertente e scatenato su due dei tanti modi diversi di essere diversi.

Anne Carson, ANTROPOLOGIA DELL’ACQUA, Donzelli 2010

Antropologia dell’acqua è infatti felicemente inclassificabile: possiede il ritmo della poesia e la concretezza della prosa, la logica della matematica e il respiro del pensiero. Saggi, diari, appunti di viaggio, racconti: i diversi materiali che compongono il volume sono in primo luogo una riflessione sulla natura liquida del linguaggio, sul suo stagnare, scorrere, dissolversi. Le pagine sono mappe su cui seguire la relazione tra le creature e l’acqua, tra l’amore e l’acqua, tra la morte e l’acqua.

Letizia Muratori, SOLE SENZA NESSUNO, Adelphi 2010

Della sua lontana carriera di modella Emilia non ha conservato molto, tranne una nervosa tolleranza verso l’eccentricità. Eppure la proposta che le arriva all’improvviso da una sua vecchia conoscenza nel mondo della moda, l’ineffabile signor Murita, la lascia per un attimo interdetta…

Ma la sua perplessità non è di carattere professionale. Accade infatti che il lavoro di Murita consista nella messinscena, e quindi nella parodia, di un matrimonio, e che al matrimonio Emilia non pensi volentieri: molto tardivamente quello con Paolo, tenuto in piedi a forza quasi dagli inizi, si sta sciogliendo, mentre sua figlia Sofia, risucchiata da una brillante carriera di fotografa, ha una vita sentimentale che la Chiesa non benedirebbe mai. Eppure alla fine Emilia accetta, innescando una catena di eventi lievemente surreali che punta dritto al cuore nero di una vita molto diversa dal suo book

Lorella Zanardo, IL CORPO DELLE DONNE, Feltrinelli 2010

Nel maggio del 2009 Lorella Zanardo ha messo in rete un documentario (www.ilcorpodelledonne.com), realizzato con Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi, che si proponeva di innalzare il livello di consapevolezza sull’immagine delle donne nella tv italiana. Oggetto e titolo: Il Corpo delle Donne. L’autrice racconta qui la genesi del documentario, le reazioni che ha suscitato, l’interesse inaspettato da parte delle giovani generazioni, la necessità di uscire dagli stereotipi per giungere a una nuova definizione del femminile.

Zena El Khalil, BEIRUT I LOVE YOU, Donzelli 2010

Beirut sembra difficile distinguere la sottile linea che separa il sogno dalla realtà. A Beirut, ovunque ci si trovi, qualsiasi cosa si stia facendo, da unmomento all’altro potrebbe sempre scoppiare una bomba. Immerse sino al collo nella follia di questa città, Zena e la sua migliore amica, Maya, cercano di dare un senso alle loro vite, e di emergere dalle loro ossessioni, in un mondo che sembra sottosopra, tra interventi di chirurgia estetica, kalashnikov e donne a caccia di un marito. Un racconto autobiografico, crudo e commovente, che oppone l’arte e l’amore alla costante minaccia della guerra. Perché, come dice Zena, «Beirut, un giorno o l’altro, mi restituirà tutto l’amore che le ho dato».

Lucia Puenzo, IL BAMBINO PESCE, Nuova Frontiera 2010

Lala è una ragazza di Buenos Aires, nata e cresciuta in una famiglia borghese e perbenista. Il padre, Brönte, è uno scrittore affermato ma anche un uomo estremamente egocentrico che non ha nessun rapporto con la figlia. Sua madre Sasha, invece, ha un solo interesse nella vita: lo studio dei fiori di Bach e le religioni orientali. In questo fragile equilibrio irrompe la Guay, una bellissima ragazza paraguaiana, che viene assunta come cameriera dalla famiglia Brönte.Le due ragazze si guardano, si ascoltano, si studiano fin quando l’amore e la passione travolgono ogni barriera sociale e culturale: sognano di fuggire insieme in Paraguay, lontane dal conformismo e dalla solitudine. Un romanzo che parla d’amore e vendetta, di sesso e violenza ma soprattutto di solitudine e paura.

Alicia Erian, BEDUINA, Adelphi 2008

«Questo libro è una pura delizia. Una Lolita dai ritmi più cinematografici, un giovane Holden sullo sfondo della guerra del Golfo: può far pensare a tanti antenati letterari ma fondamentalmente ha la sua voce, fresca, ironica, sorprendente, irritante. È la voce di Jasira, tredicenne mandata a vivere a Houston con il padre libanese, che si ritrova a fare i conti con il suo corpo che cresce troppo in fretta e fa uno strano effetto agli uomini. Tra la scuola che non le piace e la casa che al pomeriggio è troppo vuota, travolta dai suoi orgasmi e manipolata da un vicino che potrebbe essere suo padre e sarà il suo primo seduttore, Jasira scopre il sesso, muovendosi in territorio sconosciuto, e non ha nessuno che l’aiuti a fare il punto sulla mappa. Potrebbe essere un disastro ma c’è Melina, la vicina incinta e già piuttosto materna, e allora si può cominciare a sperare nel futuro e nell’amore, che è poi quello che tutti, Jasira per prima, cerchiamo». Cristina De Stefano

Annemarie Schwarzenbach, SYBILLE, Casagrande 2002

Nella Berlino degli anni Trenta, un giovane destinato alla carriera da diplomatico si innamora, non corrisposto, di Sybille, una figura enigmatica, cantante di cabaret. Il giovane non si perde d’animo e non cessa di seguirla tra luci e ombre dei locali notturni, o sulle strade di una città che si sta muovendo inesorabilmente verso la guerra. Viene raccontata la femminilità in tutto il suo mistero e, insieme ad essa, i valori di un mondo dove regnano l’ipocrisia e il disincanto. Un mondo da cui si può trovare rifugio solo nella malattia o nell’ebbrezza o, infine, nell’indifferenza emotiva, quest’ultima sarà proprio la scelta finale del protagonista.

Gertrude Stein, AUTOBIOGRAFIA DI ALICE TOKLAS, Einaudi 2010

Autobiografia dell’amica e compagna di vita, autobiografia di se stessa in conto terzi, autobiografia di un gruppo di artisti e intellettuali che hanno cambiato la cultura del Novecento. Con quest’opera Gertrude Stein ha scritto tre libri in uno, identificandosi nell’amica, distanziandosi da se stessa (e oggettivandosi), ma soprattutto disegnando l’affresco più affascinante della Parigi artistica e letteraria dell’inizio del secolo fino ai primi anni Trenta: Braque, Matisse, Hemingway, Cocteau e tutti gli altri. E ovviamente Picasso, la sua migliore «invenzione».

Igiaba Scego, LA MIA CASA E’ DOVE SONO, Rizzoli 2010
Il racconto di cosa significa portarsi dietro la propria casa in un paese nuovo, delle difficoltà di essere accolta, accettata, amata. È un ritratto delle molte identità dell’Italia odierna, che ancora fatichiamo a capire davvero. È la storia di Igiaba ma, in fondo, parla di noi.

FUMETTI e GRAPHIC NOVEL

JudithVanistendael, SOFIE E ABOU, Rizzoli Lizard 2009

Sofie è una giovane studentessa belga innamorata di Abou, un richiedente asilo arrivato dal Togo. Tenera, appassionante graphic novel (in buona parte autobiografica) Sofie e Abou mette a nudo con grande humour – e altrettanta delicatezza – tutti i dubbi, le paure, i pregiudizi da cui, per quanto si sforzino, gli occidentali non riescono mai completamente a liberarsi..

Aurelia Aurita, FRAGOLA E CIOCCOLATO, Coniglio Editore 2009

Graphic novel tenera ed estremamente erotica, Fragola e Cioccolato racconta le prime settimane di una storia d’amore di due francesi a Tokyo attraverso lo sguardo di una giovane disegnatrice di 25 anni.

Amruta Patil, NEL CUORE DI SMOG CITY, Metropoli d’Asia 2010

La prima graphic novel proveniente dall’India, il successo di una scrittrice/illustratrice donna, la prima storia a fumetti a proporre il tema dell’omosessualità.

MP5 e Valerio Bindi, ACQUA STORTA, Meridiano zero 2010

Acqua Storta di Carrino è un noir dalla densità bruciante della tragedia. Il fumetto che ne è stato tratto è una graphic novel nera che scioglie la fosca e turbolenta storia d’amore omosessuale di Giovanni e Salvatore e si distende ai confini di Napoli, città-madre del sistema camorra, nelle pinete del Villaggio Coppola fino agli scogli inquinati di Mergellina, tra fiumi di spazzatura e sangue.

:: per segnalarmi libri, fumetti, lavori INDIPENDENTI, scrivetemi qui walai@autistici.org::

Metti un fiore alla Madonna, ma picchia duro dopo.

Un giorno. Un dannato giorno.

Tanto mi ero data per placare i nervi, seppur nel calderone pagano-cattolico napoletano. Un santissimo giorno di riposo, per staccare da tutto il Male di questo Paese in rovina.

Una pizza soltanto volevo mangiare, con due splendide persone, per parlare di noi, di cose futili, del più e del meno.

Invece un bidone viene rovesciato e dato in pasto alle fiamme e alla polizia, ai giornalisti, alle telecamere tutte accumulate e trasportate con passo felino da sottopagatissimi cameramen.

Intano i fumi tossici si propagavano, noi eravamo ancora seduti, inermi, stanchi, senza parole.

Inutile chiedere spiegazioni, abbiamo ricevuto solo mugugni e qualche frase biascicata da qualche tipo che magari, forse, sapeva qualcosa.

Intanto le strade vengono bloccate, elicotteri che passano maestosi, tutto uno scenario machista, da J.I. Joe.

I fumi puzzolenti vengono spostati dalla mano amica del vento. Passano tre quarti d’ora. Nessun vigile del fuoco, NIENTE.

Arrivano i macho man pronti a spegnere le poche fiammelle rimaste con i loro begli idrantoni da uomo vero.

In quel momento mi viene in mente “Working Class Hero” ah giusto! E’ l’anniversario della morte di John  Lennon.

Un hippie, uno di quelli che i macho man detestano, perchè incarna il loro opposto, perchè un uomo sereno, pacato, intelligente, sensibile che parla d’amore, sogni, libertà, felicità, privo di quella adrenalina tipica dell’uomo privo di coraggio reale, di forza d’animo e rispetto umano, fa incazzare non poco. Eh sì! Un macho man fa tanto per esauirsi, lasciarsi sfruttare, fa tanto per picchiare la moglie, la compagna, i figli, con tanto di pistola in casa, pronta all’uso se dovesse servire, pieno di ansie, frustrazioni, sottopagatissimo, fa tanto e poi? Arriva cazzo cazzo un John Lennon addirittura celebrato. Mavalà.

E poi chi si trova davanti il macho man? Costretto a difendere Calderoli in piena piazza pubblica, mentre cercano di regalare un mazzolin di fiori alla Madonna, questa figura ormai mitologica ( visto che le vere Madonne qui in Italia vengono uccise, rapite, fatte a pezzi, gettate nei pozzi, stuprate sia fisicamente che psicologicamente), il macho man si sfoga sui disoccupati e sugli studenti. Ma sono in tanti, troppi, non ce la fa a caricarli tutti.

Arrivano i John Lennon. Vestiti a festa, coloratissimi, sereni, sorridenti, in bicicletta. Uno fa tanto per odiare la Natura e l’ecologia, sta attento a non dire in giro che sì in fondo gli farebbe piacere annusare di tanto in tanto una rosa, fa tanto lui per essere un puttaniere e non un frocio! E arrivano questi!

Di fronte a loro una schiera di belle ragazze, giovani, serene, libere. Una donna osa  gridare “coglioni! E’ una signorina!” e il macho man gliela fa vedere lui! haha..che gran genio! La spinge e la fa cadere, dalla rabbia. Sì perchè la violenza funziona così.

Ti fai prendere dall’odio e dalla rabbia. Significa che sei un represso di merda, amico mio. Lo sai?

Significa che la polizia italiana è così piena di grossi cumuli di stronzi sotto pressione e pompati come se fossero eroi di questa mia fessa indignata che ormai credono davvero di gestire il Paese.

Questi luridi, viscidi, ottusi servetti, squallidi residui di fogne, aborti di famiglie disastrate, di miseria squallida tipica di un Governo creato da mafiosi, camorristi, pervertiti, pedofili, squallidi, maschilisti, privi di intelletto e dignità!

Intanto Giuseppe e Maria sono in Questura a lasciarsi crocifiggere.

Io ho saputo tutto dopo, mi sono anche recata con passo lento (e ansia addosso) all’Università ormai occupata da giorni.

Non sono riuscita a capire bene cosa stesse succedendo, sono solo riuscita a beccare un cordone di studenti, indignati e arrabbiati. Ma non mi sono unita, non ce la facevo proprio psicologicamente. Mi serviva na tazzulella ‘e cafè, un attimo di riposo, un momento di calma. Perchè io a differenza di un macho man, so controllarmi. Perchè io ho una dignità. Perchè io sono una donna e non una marionetta fatta a testosterone (e cocaina..come se non si sapesse che gira lì!).

E se sto male, STO MALE. E volevo solo un dannato, misero, fottutissmo, merdosissimo giorno. Ma a quanto pare non ce ne saranno più, perchè siamo ufficialmente con la merda fin sopra i capelli.

Amen.

L’antifascismo a metà

Mi rendo sempre più conto che l’ antiberlusconismo in sè  è realmente una piaga sociale.

Non sono impazzita, anzi.

Dai social network alla realtà, moltissime persone attaccano in maniera comica, grottesca, ironica il premier italiano, denunciando tutti i vari scempi e le sue varie follie da re Mida, inclusi scandali, appalti, sospetti più che fondati sulla sua bella carrierina politica. Condividono anche lo sdegno verso il razzismo della Lega, la loro rozzaggine disgustosa. Poi condividono virtualmente eventi e pagine contro il pdl, il Fascismo ecc.ecc.

Ma queste stesse persone hanno poi cominciato a diffondere una serie di battutacce facilissime e volgari sulle Ministre italiane. Dal pompino al sesso anale, contornati anche di commenti arrapati sulla ragazzina Ruby Rubicuore, Noemi Letizia, sull’arcinota D’ Addario, la Macrì.

Dal seno prorompente al didietro sodo come marmo, arrivando a parlare di fellatio, chi farebbe cosa a chi, chi metterebbe il proprio arnese dove ecc.ecc.

Inoltre tra queste pagine, blog e siti web antifascisti e sì anti destra maschilista, si diffondono anche spiritosissime immaginette ipersessiste ( ne ho allegate alcune in basso).

Ora io vorrei dire a questi personaggi idioti: se ti fa vomitare il fatto che una donna dal curriculum striminzito, dalla carriera politica inesistente e dalla prova ormai quasi lampante che il suo lavoro lo ha ottenuto grazie a favori sessuali (non diversi a mio avviso da altri favori ben più gravi fatti da ministri di sesso maschile), dovresti ribellarti ed arrabbiarti colpendo proprio questo sistema corrotto e la modalità di assunzione e di candidatura.

Prendere di mira quella candidata con frasi sessiste (ossia rivolte alla persona basandosi sul suo sesso e non sul suo operato in generale) vi rende complici di quella mentalità che volete abbattere.

Vi rende sì anche fascisti.

Esagerata!

Ma anche no.

Non c’è nulla di comico nel modo in cui questi personaggi hanno distrutto la figura della donna in Italia, proprio nulla da ridere.

Il Femminicidio dilaga nel nostro Paese, così come l’odio verso le madri e tutte le donne che lavorano.

Difendere gli immigrati significa anche difendere le donne immigrate, quindi mi sembra assurda la diffusione di frasi e parole squallide di leghisti (con le solite didascalie fallocentriche e sessiste come presa in giro) evitando di parlare degli stupri nei CIE o di come vengono “accolti” gli immigrati e le immigrate una volta sbarcati in questo tripudio di stronzi chiamato Italia.

Non trovo affatto comico prendere di mira qualche ragazzotta americana sfottuta grossolanamente sui famosi demotivational statunitensi, incentrandovi sulle doti sessuali di questa sconosciuta ( e rischiate anche una bella denuncia per violazione di copyright e per cyberstalking, prendere di mira un’estranea con didascalie volgari e squallide, è un reato PENALE e se ridete alla parola PENALE, siete estrememanente rovinati).

Sfottere le donne ochette, stupide, volgari, facili, non vi renderà fighi e comicissimi. Il cinismo non è neanche questo.

Io la chiamerei repressione da sfigato.

E questa repressione sessuale da sfigato vi rende squallidi come quei settantenni seduti in Parlamento.

Invece di perdere tempo a tradurre simili schifezze, agite. Scendete in piazza e cercate di capire cosa sia realmente l’antifascismo.

Perchè qui non si tratta solo di gridare “Berlusconi merda!”. L’abbiamo capito. Ci siamo. Va bene.

Ma dare del porco rattuso schifoso ad un’intera gerarchia di vecchi babbioni squallidi e mangiasoldi, non significa che VOI potete umiliare e offendere le donne per farvi due risate.

Come diceva anni fa Troisi “Jesc tuocc’ è femmen!” nel senso di ” Vivi e scopri le gioie del sesso” senza per forza tormentarci virtualmente con i vostri desideri post-youporn. E che cacchio..ci avete asfissiate stupidi bigotti!

Alle donne che lottano ( e a quelle che predicano)

Per la vita..di una monocellula.

Ricorda sempre che lei (la vita, ndr) è il più grande dono che hai..

Per la vitaaa..per la vitaaa

andare oltre barriere e diversità..


CIE

Vita è condivisione/pezzo di pane/ un bambino con il pallone/ gesti di lealtà/ sincerità


03/12/2010 Un predominio del “continente nero” che non va giù alla Lega Nord. Meglio allora, come ha sostenuto ieri sera, in Consiglio provinciale, l’esponente del Carroccio Pietro Giovannoni – intervenuto nel dibattito sul tracciato della gara – che gli enti locali non continuino a finanziare una manifestazione alla quale in maggioranza partecipano “atleti africani o comunque extracomunitari in mutande”.


Il più grande  tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. (Matteo 23, 11 – 12)

Un tizio africano..

Commenti sessisti? Io li pubblico!

Mi arrivano dilaganti commenti sul vecchio blog di teknusi ( prova che molti neo maschilisti ma diciamo pure neo fascisti, non leggono il mio blog), tutti provenienti da un nuovo adepto che come lo spione, lascia la sua email :
Michele
rag.rocca@libero.it
127.0.0.1
2010/11/25 at 19:41

Ma scrivo io: per dirti che questo è il vostro concetto di libertà e democrazia:
non lasciare parlare la controparte nemmeno su un post dedicato alla stessa se e
quando le sue opinioni non piacciono: brava, femminista democratica, brava, un 7+
Ma scrivo io: per dirti che questo è il vostro concetto di libertà e democrazia: non lasciare parlare la controparte nemmeno su un post dedicato alla stessa se e quando le sue opinioni non piacciono: brava, femminista democratica, brava, un 7+
rag.rocca@libero.it
Michele

rag.rocca@libero.it
127.0.0.1
2010/12/02 at 15:00

Via, anche le femministe sono donne!…………o no?
Via, anche le femministe sono donne!…………o no?
rag.rocca@libero.it
Michele
0

Le cattive segretarie del Ladyfest Roma
2 #
Michele
rag.rocca@libero.it
127.0.0.1
2010/12/01 at 21:53

Appunto: senza i ragazzi di RadioAzioni non avreste mai combinato una mazza.
Il guaio è che in generale anche senza uomini le donne non sanno mai combinare
una beneamata mazza su questo pianeta. Salvo poi lamentarsi di continuo di loro.
E venire poi a battere cassa lamentandosi di violenze e discriminazioni varie.
Ma perchè, dico io, non provate ad andarvene su un isola deserta, senza uomini
(e quindi, senza sofferenze) e vedere, da sole, quanto durate e quanto reggete?
Così, tanto per provare.
Appunto: senza i ragazzi di RadioAzioni non avreste mai combinato una mazza. Il guaio è che in generale anche senza uomini le donne non sanno mai combinare una beneamata mazza su questo pianeta. Salvo poi lamentarsi di continuo di loro. E venire poi a battere cassa lamentandosi di violenze e discriminazioni varie. Ma perchè, dico io, non provate ad andarvene su un isola deserta, senza uomini (e quindi, senza sofferenze) e vedere, da sole, quanto durate e quanto reggete? Così, tanto per provare.
rag.rocca@libero.it
Michele

Chi Siamo
0 #
Michele
rag.rocca@libero.it
127.0.0.1
2010/11/29 at 13:56

Cocca, anche noi maschietti esisteremo sempre su questa Terra. Con buona pace
delle femministe separatiste. Ecco, cara WA Lai, sei al corrente che esistono
femministe che predicano la fuga dal maschio e il lesbismo come scelta sessuale
obbligata per raggiungere la felicità? Vai allora a fare a loro certi discorsi
sulla necessità di convivere su questa terra e sul fatto disgraziatissimo ma
inevitabile che uomini e donne per riprodursi devono – ahimè – avere rapporti sessuali. Perchè a meno che tu non sia in grado di dimostarmi il contrario in
una fetta non trascurabile del genere femminile esistono gli stessi sentimenti, atteggiamenti e opinioni negativi e di chiusura che esistono in certi uomini.La stessa stupida e patetica avversione per l’altro sesso.
Dicevi ora che generalizzare è da stupidi. Devo desumere che molte femministe
sono stupidissime visto che manifestano non contro la violenza di ALCUNI UOMINI
sulle donne ma bensì contro la violenza DEGLI UOMINI. Tutti. Tutti insieme
che devono fare riflessioni sull’identità maschile e che devono fare esami di
coscienza ed autocritiche per la violenza di alcuni uomini sulle donne. Beh, sai che c’é, cara Wa Lai? C’è che avete stufato! Esistono le leggi per punire
la violenza e gli auto da fè non li facciamo e non li accettiamo. Punto. E basta! Spero che quanto abbia scritto aiuti Te e altre donne con il tuo stesso disagio. Se ve lo farete passare da sole, bene! Altrimenti, pazienza!
Cocca, anche noi maschietti esisteremo sempre su questa Terra. Con buona pace delle femministe separatiste. Ecco, cara WA Lai, sei al corrente che esistono femministe che predicano la fuga dal maschio e il lesbismo come scelta sessuale obbligata per raggiungere la felicità? Vai allora a fare a loro certi discorsi sulla necessità di convivere su questa terra e sul fatto disgraziatissimo ma inevitabile che uomini e donne per riprodursi devono – ahimè – avere rapporti sessuali. Perchè a meno che tu non sia in grado di dimostarmi il contrario in una fetta non trascurabile del genere femminile esistono gli stessi sentimenti, atteggiamenti e opinioni negativi e di chiusura che esistono in certi uomini.La stessa stupida e patetica avversione per l’altro sesso. Dicevi ora che generalizzare è da stupidi. Devo desumere che molte femministe sono stupidissime visto che manifestano non contro la violenza di ALCUNI UOMINI sulle donne ma bensì contro la violenza DEGLI UOMINI. Tutti. Tutti insieme che devono fare riflessioni sull’identità maschile e che devono fare esami di coscienza ed autocritiche per la violenza di alcuni uomini sulle donne. Beh, sai che c’é, cara Wa Lai? C’è che avete stufato! Esistono le leggi per punire la violenza e gli auto da fè non li facciamo e non li accettiamo. Punto. E basta! Spero che quanto abbia scritto aiuti Te e altre donne con il tuo stesso disagio. Se ve lo farete passare da sole, bene! Altrimenti, pazienza!
rag.rocca@libero.it
Michele

Lettera aperta agli uomini e ai maschilisti. Tutti.
0 #
Michele
rag.rocca@libero.it
127.0.0.1
2010/11/26 at 20:11

E poi, scusate, avrei una domanda da porre a tutte voi: i maschi sono stati capaci di creare uno stato “fraufrei”del Monte Athos dove le femmine non sono ammesse neanche in versione animale.
A questo punto mi chiedo: come mai voi femministe non andate a crearvi uno stato
“mennfrei” tutto vostro senza maschi tra le ovaie a realizzare la vostra felicità
e le vostre fantasie separatiste tra il tripudio generale peraltro di noi maschi?
Non ne siete capaci?

Basta “googolare” l’email del signore e capire che un normale impiegato puo’ arrivare a scrivere simili cose in un blog privato. Commenti deliranti.
Ci passerei sopra perchè sono convinta che simili e palesi idiozie, non meritino nessuna attenzione.
Ma l’incessante violenza sulle donne e i continui casi di stalking soprattutto nel Nord Italia, saranno spinti da personaggi simili?
Personaggi dal lavoro apparentemente normale, anche piccoli imprenditori, dediti a trollaggio, cyberstalking e diffamazione online a donne sconosciute?
E cosa fanno allora quando hanno di fronte una donna in carne e ossa che sa dire loro NO?
Cosa farebbe questo signore se vedesse una donna intenta a respingere avances non desiderate?
Cosa potrà mai insegnare e diffondere un uomo che attacca, diffama e giudica senza aver mai letto un mio post ( forse solo 1!), senza conoscermi personalmente, senza sapere se sono sola o se ci sono altre persone coinvolte nel blog, senza sapere cosa sia una radio indipendente?
Io pubblico simili commenti nell’eventualità..è sempre meglio mettere in chiaro e in piazza simili mondezzate, così nessun* potrà dire ” ma era una così brava persona! Un onesto lavoratore!”.